comunicato dell’ALF messicana, inviato a Liberación
Total, trad. Culmine
Comunicato
La notte del 5 luglio di quest’anno abbiamo attaccato un allevamento di
cincillà. Non s’è trattato di un qualsiasi allevamento
appartenente ad un piccolo imprenditore, ma stavolta abbiamo deciso
di attaccare l’unico allevamento di cincillà registrato nel
Estado de Mexico, nel municipio rurale di Amecameca.
Tale allevamento è di proprietà di Patricia Perrin Sullivan
e Thomas L. Carpenter, membri della Asociación Internacional
de Chinchillas sezione messicana. Quest’associazione, che diffonde la
dominazione e l’addomesticamento di animali per il consumo umano come
vestiti di moda e di “alta cucitura”, si beffava degli
attacchi degli eco-sabotatori e dei liberatori di tutto il mondo,
dedicando una parte della sua pagina in Internet al cosiddetto
“fanatismo vegano”. Gli eco-terroristi, così ci
chiamano questi ignoranti, hanno dimostrato che son essi gli stupidi
nel pensare che non arrivassimo ad attaccare le loro proprietà
per la liberazione animale.
Hanno pensato che al massimo avremmo collocato una bomba davanti ad una
qualche pelletteria o che avremmo spaccato delle vetrine nel corso di
manifestazioni, ma si son sbagliati. Noi siamo da tutte le parti,
affilando le lame dei nostri coltelli per squarciare le reti dei loro
allevamenti pieni di animali prigionieri e per sabotarli, causando un
danno economico mai visto prima.
Per quest’azione ci sono voluti tempo, sforzo e molta delicatezza
nell’avvicinarci all’obiettivo, per realizzare foto e video, per
raccogliere testi su Internet e mappe per avere maggiori informazioni
e per conoscere la zona e le possibili vie di fuga. Una volta
preparato il tutto, abbiamo deciso di attaccare e sferrare il nostro
più duro colpo per la liberazione animale.
Quella notte, camuffati dall’oscurità e con la sola luce della luna
che illuminava i nostri passi insorgenti, siamo giunti sul posto. Con
delle cesoie abbiamo rotto le reti che proteggevano l’allevamento.
Con grande attenzione, in modo che non ci ascoltassero e
sguinzagliassero i cani di guardia, abbiamo praticato delle aperture
alla rete, siamo entrati e ci siamo resi conto che uno dei due
capannoni di cincillà era completamente abbandonato. L’altro
era pieno di cincillà che gridavano soavemente e si muovevano
nella gabbie. Il nostro più grande desiderio era quello di
liberare la gran parte di cincillà prigionieri, ma per ragioni
estreme e di sicurezza abbiamo deciso di occuparci solo del capannone
vuoto e di distruggerlo, in modo che non potesse esser più
utilizzato come centro di sterminio animale.
Diversi sono stati i tentativi di aprire la finestra protetta in cui si
trovavano i cincillà ma non ci siamo riusciti. Quel capannone
si trovava molto vicino alla casa che funge da centro di tortura e di
addomesticamento. Perciò abbiamo deciso di dedicarci al
capannone vuoto.
Abbiamo lasciato delle scritte contro questo sporco affare, del tipo:
“Patricia, siamo venuti per la tua pelle“, “Siete
nel mirino“, simboli dell’ALF ed altri slogan che
sono venuti fuori in quel momento, in modo che sappiano chi siamo e
di cosa siamo capaci di fare. Quindi abbiamo collocato un ordigno
incendiario costituito da 4 litri di benzina nel capannone vuoto,
sotto una gran quantità di legno, in modo che il fuoco si
diffondesse.
Abbiamo collocato un timer all’ordigno e siamo usciti attraverso la rete
distrutta. Mentre eravamo lontani dall’obiettivo, si vedeva
chiaramente il fuoco che via via bruciava il capannone. Le scintille
sono cresciute fino a giungere al tetto, aumentando l’effetto
incendiario. Le fiamme degli abolizionisti di nuovo sono tornate ad
esser presenti in una tranquilla notte sgangherata da parte del
Frente de Liberación Animal de Mexico.
Ancora una volta abbiamo colpito, ma stavolta non una banca o un negozio di
animali, bensì un obiettivo più grande, evolvendo,
crescendo sia a livello ideologico che d’azione contro i dominatori
di animali e della terra.
Due giorni dopo quest’azione, dopo che i lavoratori ed i padroni
osservarono le nostre scritte e le minacce, dopo che videro che il
capannone era stato distrutto dalle fiamme e che la rete era stata
tagliata, abbiamo minacciato con una e-mail di attentare contro i
padroni di tale allevamento se non fermano subito la loro attività
di sfruttamento animale. Parte della minaccia diceva:
…“Siete avvisati. Siamo entrati nella vostra proprietà e possiamo
farlo di nuovo. A nulla serviranno ulteriori illuminazioni o maggior
sicurezza perché noi saremo lì, osservandovi
dall’oscurità, notte dopo notte, fino a che vi distrarrete per
entrare, sabotare e liberare gli animali che tenete prigionieri. Se
stavolta non abbiamo liberato i cincillà, la prossima lo faremo!” …
Abraham López e Adrian Magdaleno: quest’azione è
dedicata a voi. Vi inviamo molta forza ed un abbraccio incendiario.
Ricordatevi che la reclusione è solo un intoppo che tutti i
veri rivoluzionari devono affrontare prima o poi e che se la
battaglia sarà più dura, più dolce sarà
la vittoria!
Per la liberazione animale e della terra!
Per la distruzione della civilizzazione dominatrice ed antropocentrica!
Attacco diretto e insorgente ai bastioni del sistema di addomesticamento!
Fuoco a tutta la società che si mantiene su valori autoritari e “alternativi”!
Per la distruzione delle carceri e delle gabbie!
Indirizzo dell’allevamento di cincillà:
Rancho Ximoco
Numero 1010
Código postal 56900
Teléfono: 011 52 597 976 7464
Fax: 011 52 597 976 8045
Email: ximoco@prodigy.net.mx
Amecameca, Estado de Mexico
Messico
Frente de Liberación Animal / Mexico