Imminente repressione anti-anarchica in Cile?

Uno degli ultimi attentati esplosivi avvenuto a Santiago, un ordigno
scoppiato a poche centinaia di metri della residenza presidenziale,
ha sollevato feroci polemiche all’interno delle istituzioni di quel
paese. Il nuovo ministro degli Interni ha apertamente criticato i
p.m. che seguono senza ottenere alcun risultato il “caso
bombas
“. Ha chiesto ed ottenuto il cambio del
super-magistrato che d’ora in poi si occuperà esclusivamente
nel dare la caccia agli anarchici.

Il nuovo p.m. viene dalla lotta al narco-traffico ed ha la fama di
essere un duro.

La magistratura cilena ha protestato contro il governo cileno per
l’intromissione nelle attività investigative, ma di fatto
tutto il sistema repressivo-forcaiolo s’è messo in marcia.

Non passa giorno in cui i media cileni di regime non escano con
ricostruzioni e veline di polizia, parlando di chi e quanti sono i
compagni sospettati.

Secondo l’ultima fantasiosa ricostruzione i sospettati sarebbero circa 25,
tra i quali anche un’italiana espulsa dal Cile qualche mese fa.
Sarebbero tutti sottoposti a stretti controlli, le loro comunicazioni
mail e telefoniche vengono continuamente monitorate. Infine, trapela
la notizia che sono sulle tracce di Diego, il compagno
latitante da un anno (segue articolo).

Tutto lascia presagire che siamo prossimi ad una nuova stretta repressiva,
con perquisizioni ed arresti. I giornalisti fanno il lavoro di
sempre, preparano il terreno alla sbirraglia, criminalizzando i
compagni. Copione che ben conosciamo in Italia, purtroppo.

Culmine seguirà con estrema attenzione gli sviluppi,

un caro e forte abbraccio ai nostri compagni e compagne!

Culmine,
17.06.10

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Diego Ríos ricercato in Argentina

dalla stampa cilena di regime

Da poco più di 11 mesi, Carabineros e la PDI cercano senza esito
Diego Ríos, un anarchico di 23 anni sospettato per
diversi attentati avvenuti a Santiago. E’ trapelato che nelle ultime
settimane si è in possesso dell’informazione che il latitante
si troverebbe in Argentina, probabilmente nelle città di
Buenos Aires, Neuquén o Cipolletti.

Tre squadre di detective stanno effettuando i preparativi per viaggiare
nel paese transandino, in coordinazione con il Ministerio Público.
La pista è stata ottenuta con l’analisi dei messaggi
elettronici del sospettato.

Ríos è ricercato dalla polizia dalla metà dello scorso anno,
dopo che la famiglia lo ha denunciato ai Carabineros per il possesso
di un borsone contenente 4 chili di polvere nera, nascosto in casa, a
Santiago. La denuncia è stata realizzata poche settimane dopo
la morte di Mauricio Morales, l’anarchico al quale è
scoppiato l’ordigno che aveva nello zaino.

Il nome di Diego Ríos s è propagato in case occupate e
centri “controculturali”. Il suo nome sporadicamente
compare in scritte ed in manifesti di protesta. Ríos era
solito frequentare una casa di Pudahuel, chiamata Centro Social
Autónomo y Biblioteca Libertaria Jhonny Cariqueo. Il posto è
stato perquisito dai Carabineros alla ricerca di materiale per
fabbricare esplosivi ed è stato sotto sorveglianza di polizia.

Nelle pagine web contro il sistema, Ríos ha inviato 4 comunicati, in
cui si vanta della sua condizione di latitante. In uno di questi,
scritti a novembre dello scorso anno, l’anarchico ha detto: “Non
conosco la prigione, non sono mai stato in una di esse e non riesco
ad immaginare gli odori che lì si respirano, né le
soffocanti camminate lungo i suoi corridoi, né tanto meno la
solitudine delle celle. Oggi cammino libero, attento, senza tracce”
.
Ríos ha un ordine di cattura ed in dicembre il governo ha
chiesto per lui l’applicazione della Ley Antiterrorista.

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