cso Sacco y Vanzetti – La memoria ed il combattimento: riproducibili e contagiosi

Ad un anno dalla morte in combattimento di Mauricio Morales

testo del Centro Social Okupado y Biblioteca Sacco y Vanzetti

Tra pochi giorni sarà trascorso un anno da quella fredda notte in
cui il cuore del compagni Mauri ha smesso di battere. In sangue che
in lui s’è congelato, in noi ribolle da quell’istante.

Non è facile guardare ed analizzare a “distanza” tutto
quel che è accaduto da allora. Forse per la stessa voragine
della guerra sociale, che con il particolare ritmo mantiene molti
compagni a lottare tra le grinfie del nemico, giorno per giorno,
battaglia dopo battaglia. Forse anche perché la “distanza”
significa una calma ed una pace che raramente può essere
comparata alla morte di un amico, un fratello, un compagno.

No, il nostro ricordo, la nostra analisi dell’attuale scenario non hanno
pace ed anche invocando la calma, spesso non viene. Perché
l’assenza è grande e la ferita molto profonda. Tutti quelli
che hanno perso dei compagni nel fragore della battaglia sanno di
quel che stiamo parlando, purtroppo non stiamo trattando di nulla di
nuovo.

Gli anni di lotta sono anche gli anni di tragedie, prodezze, battaglie,
sconfitte e vittorie. Come superare le ferite che tutto ciò
comporta, continua ad essere una grande incertezza e noi continuiamo
alla ricerca di tale risposta.

I cuori che continuano a sanguinare sono il riflesso concreto di quel
che tante volte s’è detto: la lotta contro il potere non è
astratta, viene realizzata da compagni in carne ed ossa (purtroppo
per la fragilità della vita e fortunatamente per le
peculiarità aggiunte da quelli che le vivono).

Le idee, le posizioni di lotta e di offensiva non muoiono (questo è
l’impegno), ma sì quelli che le impugnano e questa tragedia
(per quelli che la sentono tale) non può esser analizzata
dal”astrazione della statistica.

Ci sanguina la memoria per la perdita del compagno e ci palpita urgente
il bisogno di difenderne il ricordo, di tender una mano solidale a
quelli che gli sono vicini ed a quelli che comprendono le dimensioni
della distruzione dopo la sua morte. Distruzione di tranquillità,
di progetti, di affetti, di legami. Quando un compagno muore lottando
in un’azione illegale, lo scenario del combattimento cambierà
inesorabilmente per coloro che gli sopravvivono.

Cambia lo scenario, non perché cambia il nemico che con mille volti
diversi continua ad esser lo stesso: il potere, lo sfruttamento, il
dominio ed il principio d’autorità. Le situazioni si
modificano perché l’ambiente si trasforma, la presenza di
agenti in uniforme e in borghese è permanente e goffa (senza
menzionare come si muovono in maniera impacciata), le telecamere, i
pedinamenti, i controlli, le perquisizioni, gli spari ed una intimità
che a momenti assomiglia ad una casa di vetro.

Questo è stato ed è il nostro quotidiano, ma nessun fastidio è
equivalente al fatto che il nostro fratello non continua a camminare,
a passo fermo nella nostra vita, per questo cerchiamo risposte e
storie che facciano tornare in noi e nutrano il sorriso.

Ed in questa ricerca, diviene evidente il fatto che Mauri è molto
più che l’azione in cui ha perso la vita, di questo non
abbiamo dubbi. Non si riduce a quei minuti il suo passaggio in questo
mondo, ma nemmeno possiamo ignorare e astrarci da come egli abbia
guardato la morte in faccia.

Mauri è molto più che l’azione diretta, ma è
innegabile che c’era una fusione tra quella ed il resto della sua
vita. Se non comprendiamo l’equilibrio che si deve mantenere, che
l’azione non offuschi la vita del compagno, né che
quest’ultima a sua volta annulli l’agire, non si comprenderanno mai
le ragioni che fanno sì che qualcuno rischi la vita e
l’esistenza nella lotta per le sue convinzioni. Appellarsi
all’equilibrio in tal senso è l’unica cosa che darà
proiezione al combattimento.

A quasi un anno dall’aver visto la sua foto sui telegiornali, a quasi
un anno dall’aver trattenuto le lacrime per affrontare con dignità
l’uragano poliziesco che s’è abbattuto sopra di noi, non
possiamo non emozionarci. Chiudere gli occhi e tornare a sentire le
grida dei compagni invocando il sostegno, l’odore dei falò e
le sirene della polizia che risuonavano fino all’infinito. Ci siamo
stretti tra noi per affrontare quel tempo nefasto.

La caccia s’è scatenata con vendetta, lo sapevamo, non c’è
stata sorpresa, ma mai avremmo pensato che tanti e diversi compagni
venissero a solidarizzare, intendiamo quello come un atto di saluto
per Mauri, come una forma di omaggiarlo mentre la stampa sputava
insulti ed Internet si riempiva di stupidità.

Le risposte internazionali si sono rincorse, in una successione di
azioni tra le più diverse che cercavano di travalicare
l’autorità e render presente Mauri in ogni processo di lotta,
non come un’icona ma come un altro compagno, che malgrado non sia più
fisicamente presente, con il ricordo di tutti viene sempre mantenuto
presente.

Propaganda, azioni dirette, dibattiti, attività, pubblicazioni, molti
hanno salutato tutta la sua vita, molti hanno ricordato la forma in
cui è morto. Questa risposta internazionali ci dà forza
ed emoziona, spingendoci a rafforzare i legami, a farli più
forti come una zampata da leone, perché la lotta collettiva
contro il potere ha bisogno della decentralizzazione del conflitto,
della sua riproduzione e del suo contagio.

Distruggere l’oblio, ricordano vite, combattimenti e morti è anche la
nostra stessa lotta quotidiana. La memoria non è solo
importante a livello emotivo e d’animo, ma è l’essenza che
offre continuità storica al combattimento portato avanti da
tanti ribelli non conformi nel corso di secoli di sfruttamento. Per
questo il ricordo si trasforma in un atto rivoluzionario solo quando
è intrinseco al desiderio di continuare l’offensiva in tutte
le sue forme, così quest’esercizio della memoria ottiene
informalmente direzione e proiezione alla lotta che conduciamo.

Punky Mauri, hermanito lindo, noi continuiamo orgogliosi nella
ribellione aperta, contenti d’aver incrociato le nostre strade,
sentendo la tua mancanza e credendo di vedere il tuo volto tra la
gente. Riempiamo il tuo ricordo d’onore guerriero contro qualsiasi
autorità.

Il nostro cammino prosegue con il fuoco incandescente, con quelle fiamme
che a te piaceva che arrivassero fino all’infinito.

Ci manchi tanto.

Per l’espansione della rivolta, per la memoria e per l’azione.

Compa Mauri Presente

Centro Social Okupado y Biblioteca Sacco y Vanzetti

$antiago $hile. maggio 2010

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