Con una prassi che si sta consolidando in Cile, dei compagni
assolutamente innocenti accettano una sorta di rito abbreviato in cui
patteggiano la condanna in cambio della libertà vigilata. Ogni
compagno è libero di gestire la propria lotta e quindi anche
il suo percorso giudiziario. Fermo restando che in casi del genere si
assumono responsabilità fasulle senza infamare nessuno,
tuttavia riteniamo pericolosa questa scorciatoia usata per uscire dal
carcere. Alla fine la via del patteggiamento con la repressione non
paga.
Fuoco ai Tribunali!
Culmine, 12.04.10
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mail inviata ad Hommodolars.org
Oggi, alle 9.30, s’è tenuto il rito abbreviato contro Cristián
Cancino. Il rito prevedeva il fatto che Cristián
riconoscesse la sua colpevolezza per ottenere un qualche tipo di
beneficio. Lo schifoso magistrato ha esposto le accuse, che hanno
fatto seguito alla perquisizione de La Idea, lo scorso 22 maggio
2009. Ha anche spiegato la montatura della collocazione del materiale
esplosivo ed il fatto che Crisitián occupasse l’abitazione in
cui è stata collocata la polvere nera. Ha quindi chiesto la
condanna per Cristián Cancino a 3 anni di carcere. La difesa
ha invece chiesto la sospensione della condanna, ovvero la
possibilità di scontare la condanna fuori dal carcere, cosa
che è stata accettata dal giudice. Entro la giornata, il
compagno uscirà dal carcere Santiago 1.
Sebbene in questo tipo di processo ci si assume la colpevolezza e si
riconosce la responsabilità per i fatti, si tratta di
strategie tese alla liberazione del compagno. Forse si sta accettando
il gioco del potere, ma il tutto è volto al benessere del
nostro fratello. Ci fa male che il compagno si assuma responsabilità
per cose che non ha fatto, ma ci rallegra selvaggiamente che sia
libero. Speriamo che non zoppichi nella lotta e che tutta
l’esperienza della sua permanenza nel carcere dei ricchi serva a noi
che continuiamo nella lotta per la distruzione della dominazione.