In Spagna è da poco uscito il libro di Claudio – “Autobiografía de un irreductible”
(Autobiografia di un irriducibile), questa la traduzione della presentazione della casa editrice spagnola,
Ediciones Autónomas
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“La mia presenza nelle manifestazioni dell’Autonomia è sempre più importante, cerco di non perderne una, mi sento a mio agio in tutte quelle importanti città del paese insieme a tanti/e compagne/i che la pensano come me, aspettando il momento di calarsi il passamontagna e di attaccare tutti i simboli del sistema, persone o cose che siano. Ci sentiamo forti tutti/e insieme, facciamo paura, lo leggiamo negli occhi delle forze dell’ordine, dei commercianti collaboratori, dei fasci… Sono finiti i tempi in cui ricevevamo bastonate senza poterle restituire, adesso anche noi abbiamo le nostre armi da fuoco, con sempre più insistenza si ode lo slogan: ‘Poliziotto, fai fagotto, è arrivata la compagna P38’, alludendo alla pistola semi-automatica Walter P38 dell’esercito tedesco.”
Claudio Lavazza è stato un protagonista dei denominati “anni di piombo” in Italia. Membro dei Proletari
Armati per il Comunismo (P.A.C.) e dei Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria (C.O.L.P.),
ha scelto l’esilio nel 1982 per via della repressione. Le sue tracce si perdono fino alla detenzione avvenuta a Córdoba (Spagna) il 18 dicembre 1996, in seguito alla fallita rapina ad una filiale del Banco Santander. Durante l’inseguimento morirono 2 agenti della polizia locale di Córdoba e Claudio ed i suoi compagni risultarono gravemente feriti dalle pallottole. Da quella data è in carcere, avendo trascorso molti di questi anni nelle illegali sezioni d’isolamento FIES, create dal PSOE nel 1991, durante i quali ha partecipato a numerose proteste, venendone fortemente criminalizzato. In questa autobiografia, scritta in carcere, basandosi su cronologie e documenti, ci descrive il suo itinerario
esistenziale, quello di un irriducibile, cioè di uno che non si arrende.
“Approfitto della possibilità di parlare in questo tribunale per fornire una diversa versione dei fatti ed, in questa maniera, cancellare quell’immagine di freddo assassino che i mezzi di comunicazione hanno costruito fin dal primo giorno. Non voglio giustificare il mio agire in questo luogo, non m’interessa affatto la vostra opinione o decisione, non voglio alcun tipo di considerazione da parte dei miei nemici, né voglio giustificarmi di fronte all’opinione
pubblica, la stessa che osserva e permette la miseria e l’eliminazione quotidiana di migliaia di persone e che s’indigna per la morte di 2 poliziotte, che quanto siamo noi a sparare pensa che siamo degli assassini, mentre se è la polizia ad ammazzare allora “si fa giustizia”. Nella sanguinosa guerra imposta dal Capitale, migliaia di individui cadono ogni giorno sotto le pallottole delle forze di sicurezza dello Stato, vittime delle differenze sociali e della strategia distruttiva della “economia di mercato”. Per mantenere la sicurezza dei ricchi viene reclutato quell’esercito di mercenari, addestrato e posto strategicamente nelle strade per controllare, seguire e se necessario
eliminare chi non obbedisce alle regole che essi impongono. Non appena c’è una guerra le banche, i gruppi quotati in borsa, le multinazionali delle armi, gli Stati ed i loro interessi sono pronti ad investire il denaro in quei sporchi affari. Vivono e proliferano per il beneficio dei pochi a spese della miseria e della morte di molti esseri umani. Attaccare questo gruppo sociale per rubare qualcosa al suo immenso tesoro è il punto più degno della lotta di ogni proletario, è molto meglio continuare questo percorso pieno di pericoli (prigione, morte) che condurre una vita in ginocchio davanti ai potenti per un salario umiliante.”
Ediciones Autónomas,
febbraio 2010
pagine 256, euro 8
per richieste contattare: edicionesautonomas@gmail.com
Il ricavato della vendita del libro sarà destinato ai prigionieri ed alle nuove edizioni.