fonte: diyfusionxanarcopunk.entodaspartes.net
Il 15 dicembre 2009 sono stati arrestati 3 compagni: Abraham e Fermín,
minorenni, e Carlos maggiorenne. L’unica cosa che si conosce su
quest’ultimo “compagno” è che attualmente si trova
detenuto presso il Reclusorio Oriente di Città del Messico.
Gli altri 2 compagni si trovano nella Agencia de Atención a
Adolecentes Infractores nella Colonia Narvarte del Distretto
Federale. La loro situazione è incerta. Sono entrambi accusati
di danneggiamento alla proprietà privata e di associazione a
delinquere per l’incendio di 8 auto e 1 caravan, e per un sabotaggio
contro una concessionaria di moto. Azione, quest’ultima, che è
stata rivendicata dal Frente de Liberación de la Tierra/ Earth
Liberation Front.
Non si è ancora giunti alla sentenza (ma rischiano dai 4 ai 6 anni
di carcere), in quanto il processo è ancora in corso. Processo
che potrebbe durare ancora per 2 o 4 mesi, senza ulteriori ostacoli
di natura burocratica. Fino ad ora non ci sono stati contrattempi
nelle udienze. In merito all’alimentazione (entrambi sono
vegetariani) non sappiamo nulla, anche perché non c’è
un gruppo d’appoggio per prigionieri vegetariani o vegani. Non
sappiamo come stiano regolandosi con l’alimentazione e la cosa ci
preoccupa. Siamo invece a conoscenza che Abraham e Fermín sono
stati e sono torturati sia fisicamente che psichicamente.
Con questo comunicato vogliamo mettere in evidenza certi complici dello
Stato e del sistema carcerario-penitenziario (visto che nell’adottare
un posizione di tradimento e di indifferenza non meritano di esser
chiamati compagni, non importa che si dicano libertari), tra i quali
gli avvocati zapatisti.
All’inizio s’è chiesto l’aiuto da parte della Cruz Negra Anarquista del
Messico, la quale ha interpellato questi avvocati perché i
compagni erano accusati di associazione a delinquere e c’era il
tentativo di collegarli agli attentati avvenuti nei mesi scorsi, in
quanto nella concessionaria di moto era stata trovata una scritta con
le iniziali del F.L.T/E.L.F. ( che poi si sono aggiudicati
l’attentato). Questi individui (gli avvocati zapatisti) si sono
rifiutati di seguire il caso perché dicono di interessarsi
solo di casi politici e di non aiutare “vandali” o
“provocatori”. Ore più tardi, ai genitori di questi
ragazzi è stato comunicato che gli avvocati avrebbero potuto
seguire il caso, ma che avrebbero preteso 20.000 pesos messicani di
parcella (cifra che tali genitori non possiedono). Uno di tali
avvocati è Juan de Dios. Ci sembra importate far conoscere
queste cose, perché è ridicolo che tali personaggi si
dichiarino “libertari” e facciano uso della parola
solidarietà, senza trasformarla in azione. Di fatto, hanno
negato il sostegno ai compagni che sono nella lotta costante e non in
poltrona a leggere libri impolverati o a discutere tesi caduche come
lo sono i loro atteggiamenti. Ma di esempi del genere, purtroppo, ce
n’è un’infinità nel diviso mondo anarchico messicano.
Sono ancora tanti gli anarchici da salotto a pensare che “non ci
sono ancora le condizioni” e che tutto si può risolvere
con cortei, presidi e nuove riforme. Che sono essi che starebbero
lottando contro lo Stato, il capitale e qualsiasi tipo di dominio; ma
questo non è un pretesto per scegliere il conformismo.
Un altro caso del quale non avevamo voluto scrivere nulla perché
non ne avevamo ancora la certezza, in modo da redarne un comunicato,
è quello di un individuo che ha parlato contro gli altri
compagni. Questo soggetto è Fermín. Nel leggere le
dichiarazioni, questo soggetto fa il nome di altri 2 compagni,
dicendo che anch’essi erano coinvolti nell’azione. Dice inoltre che
questi 2 erano i responsabili di tale attentato e spiega com’è
stato progettato ed elaborato. Sostiene anche che l’attentato è
stato effettuato sotto gli ordini di Víctor e, come se non
bastasse, segnala che conosce altri compagni che non hanno nulla a
che vedere con altri sabotaggi o attentati dei mesi passati, ma il
pericolo continua ad essere molto alto, perché allo Stato
interessa trovare “responsabili” e “colpevoli”.
Con il presente testo vogliamo chiarire un po’ le cose, perché
nei precedenti comunicati si affermava che il compagno che aveva
infamato gli altri soggetti era Carlos. Ma facendo alcune ricerche ci
siamo resi conto che a parlare è stato Fermín , anche
se non abbiamo ancora la certezza che Carlos abbia collaborato o meno
con la polizia.
E’ per questo che abbiamo deciso di non dare più la solidarietà
che era stata fornita a quest’individuo. Pronunceremo solo il nome
del compagno Abraham che, nonostante le torture e i pestaggi subiti,
non ha aperto bocca e non ha fatto il nome di alcun compagno.
Solidarietà diretta verso i compagni sequestrati dallo Stato
Solidarietà diretta a Emanuel, Víctor, Abraham e Socorro
Fuoco alle carceri del Messico e di tutto il mondo
ALGUNXS ANARQUISTAS ANONIMXS