Gabriel Pombo Da Silva – Lettera a Diego Ríos

Aachen, 26.11.09

Caro Diego,

sono ispirato a scriverti queste righe dalla complicità e dalla simpatia provocate dalle tue lettere (comunicati) dalla clandestinità. Non solo le tue lettere, ma il tuo atteggiamento ribelle in un mondo/società sempre più uniforme e sottomesso…

Gli odori che si respirano in un carcere non son per nulla straordinari, in generale la prigione odora di disinfettante economico, tabacco rancido, sudore nauseabondo di alcuni “maialini” allergici al sapone e alla doccia.

Gli unici che qui si “profumano” sono i carcerieri, gli assistenti sociali, gli psicologi ed i preti… Ai detenuti viene proibito di “profumarsi” per via della “omogeneità” o della “sicurezza”.

Per fortuna, l’aria e la pioggia (ancora) non sanno nulla delle proibizioni e per questo un’ora al giorno posso sentire come l’aria entra nei miei polmoni asmatici, provocandomi un delizioso solletichio…

Indipendentemente dalla pioggia e dall’aria, il carcere non è altro che una costruzione architettonica disegnata per disciplinare e controllare i movimenti/esistenze di quelli che sono sequestrati dalla società carceraria…

L’unico odore gradevole in un carcere lo portano i nostri fratelli che vengono a colloquio o quando tutto brucia per il fuoco di una sommossa… Questo sì è che è bello, compagno!
L’odore dei materassi che bruciano, il fumo che riempie le sezioni, i “profumati” terrorizzati e i “prigionieri” (che paradosso… ), i prigionieri liberi che scrivono striscioni, assicurano le posizioni, facendo di ogni oggetto di ferro un’arma e di ogni cosa infiammabile un falò…

L’insurrezione è bella quando si scatena… è incontrollabile (come la libertà) e sovversiva… in quei momenti il prigioniero non è prigioniero e delle conseguenze non se ne importa un cazzo.

Duri quel che duri, un’insurrezione è qualcosa che ti resta nell’anima, come un marchio a fuoco… i pestaggi, le torture, l’isolamento, la distruzione vendicativa delle tue cose (foto, lettere, libri, vestiti, ecc. ) son sempre le amare conseguenze della sconfitta, ma… immagini, momenti, suoni, odori ti accompagneranno per tutta la vita…

Il loro sistema di disciplina e di controllo, la loro amministrazione della tortura e della morta lenta si tengono in piedi fino a che possono dividerci con “premi e punizioni” (lo stesso che fuori), ma non quando siamo uniti e decisi a tutto.

Un’altra cosa che abbiamo sperimentato durante la ribellione insurrezionale è quella dei legami che si creano tra ribelli… amicizie che son solite durare tutta una vita.

Togli dalla tua mente quelle immagini stereotipate sul carcere, compagno, e godi della libertà (che non è altro che l’insurrezione) con piacere sovversivo…

Perdere le paure (inoculate da “piccoli”… e soprattuto da “adulti”) ci rende grandi e liberi e questo è molto di più di quel che gli uni e gli altri (carcerieri e politici) sono disposti a “tollerare” dai prigionieri e dai “cittadini”…

Siamo intollerabili e sovversivi!

Dalle celle del nord europa, un abbraccio pieno di libertà per te,
Diego…

Gabriel

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