fonte: Liberación Total
Il giorno di ieri, mercoledì 16 dicembre, protetti dall’oscurità
abbiamo deciso di abbracciare il caos. Ci siamo armati di benzina e
molotov ci siamo preparati per attaccare.
Nostro obiettivo è stato uno dei tanti edifici (di quelli che non ci lasciano vedere il
cielo) in costruzione nella città di Santiago (non daremo
l’esatto indirizzo per non fornire dati alla polizia), con
l’intenzione di incendiare l’edificio o comunque alcuni strumenti che
servono per edificarlo, ma non riuscendo nel primo obiettivo ci siamo
dedicati al secondo.
Dopo aver sorvegliato la zona per un’ora, abbiamo deciso di entrare ma
abbiamo visto che c’era ancora del personale al lavoro. Per questo
abbiamo scartato l’incendio dell’edificio e ci siamo rivolti al
cantiere fino a trovare qualcosa che il fuoco avrebbe potuto
incendiare.
Abbiamo trovato delle travi di legno. Le abbiamo collocate in un posto
lontano dal gruppo dei lavoratori, vi abbiamo versato sopra della
vernice e 2 bidoni di benzina, e abbiamo dato fuoco.
Questo ha colpito gli operai che sono accorsi sul posto, ma il fuoco ha
divorato tutte le assi ed altro ancora. Comunque, avevamo con noi
ancora le molotov nello zaino e mentre stavamo andando via siamo
incappati in una bella sorpresa: un’auto, ma non quelle che circolano
nella periferia di Santiago.
Ci siamo avvicinati, abbiamo rotto i finestrini e abbiamo lanciato le
molotov all’interno del veicolo, all’istante è scattato
l’allarme per cui siamo fuggiti dal posto.
Quest’attacco non è gratuito, ma è da inquadrare all’interno della
guerra contro l’urbanizzazione che divide le nostre vite e che ci
strappa quel che di selvaggio c’è nel nostro spirito.
L’urbanizzazione è il simbolo del progresso, dell’abbandono
dei nostri istinti in cambio di un fittizio rifugio.
Dedichiamo quest’attacco anche a tutti i compagni che si trovano prigionieri,
con la fronte in alto. Che l’orgoglio e l’arroganza di fronte ai cani
in uniforme non cessino. Axel, Jubilo, Pablo, Cristian, Marcelo,
Freddy, noi qui fuori continuiamo a colpire il potere nelle sue
diverse forme.
Ai perseguitati Diego e Alistes, che i vostri passi svaniscano nella
clandestinità.
Un forte abbraccio anche ai nostri compagni colpiti dalle perquisizioni
negli ultimi giorni, quest’azione è per voi. Le perquisizioni
sono la dimostrazione della paura che allo Stato provocano le idee
antiautoritarie e la loro pericolosa proliferazione.
Non possiamo non menzionare e salutare con il più grande degli
amori il nostro fratello e complice Mauricio Morales, che il 22
maggio è morto abbracciando la sua amante: il caos, per via di
quella bomba che purtroppo è scoppiata nel posto sbagliato.
Sappiamo che quest’azione ti rallegrerà dovunque tu sia. Per
te, ti amiamo alla distanza.
Quest’attacco non lo dedichiamo al popolo, agli operai ed ai lavoratori. No! I
nostri desideri e le nostre azioni sono solo nostre, non le cambiano
con concetti così manipolati.
Non siamo avanguardia di nessuno, le nostre azioni rappresentano solo noi stessi e quelli che
si sentono nostri fratelli.
Siamo individualisti, antisociali e insurrezionali.
Ai potenti ed i loro cani: sappiate che non abbiamo più paura di
voi, siamo in piede di guerra.
Fino ad esser liberi e selvaggi!
Guerra alla civilizzazione, le sue logiche e le sue infrastrutture!
Vendetta contro le azioni del potere!
L’offensiva non si ferma!
Banda insurreccionalista Mauricio Morales*
*Sebbene in passato abbiamo rivendicato un attacco con questa sigla, in futuro
non continueremo a farlo, perché non vogliamo fissarci con
alcuna sigla o nome.
Ribadiamo, il nome della banda è solo per mostrare che non ti
dimentichiamo Mauri.