Il governo argentino ha espulso i compagni Marcelo Villarroel e Freddy
Fuentevilla. I due sono stati trasferiti in aereo in territorio
cileno, all’interno di un’impressionante operazione di polizia.
I compagni sono giunti alle 22.45 di martedì, 15 dicembre, alla
frontiera Licura de Lonquimay (tra Argentina e Cile), per esser poi
trasferiti fino all’aeroporto Maquehue (Comune di Padre las Casas)
nella IX regione de La Araucanía e fatti salire su un
elicottero fino alla regione Metropolitana, in cui dovranno esser
interrogati dalla Procura.
Secondo quanto ha dichiarato con
prepotenza il sottosegretario degli Interni, Patricio Rosende,
“adesso è l’ora della giustizia cilena in modo che si
applichino le dovute sanzioni. Le gestioni per il loro trasferimento
sono state molteplici e sono culminate con un operativo della PDI che
li ha trasportati fino a Santiago”.
La servile autorità ministeriale ha annunciato che i due combattenti saranno sentiti in
procura alle prime ore di mercoledì, momento in cui la
Fiscalía Centro Norte “prenderà il controllo”.
“Adesso la giustizia cilena ha l’ultima parola, non c’è
impunità per nessun reato” ha affermato il
sottosegretario, lo stesso che ha dato ordini di presidiare
militarmente il territorio mapuche e che come componente della
amministrazione della Bachelet ha mantenuto l’impunità per i
responsabili degli oltre 70 assassinii della democrazia.
Marcelo e Freddy sono stati arrestati il 15 marzo 2008 a San Martín de
los Andes (Argentina). A causa di una montatura, secondo la quale i
due sarebbero i responsabili della rapina al Banco Security e
dell’assassinio dell’ufficiale Luis Moyano, i compagni avevano decido
di abbandonare il suolo cileno e di entrare illegalmente in
Argentina, con l’intenzione di salvaguardare la vita ed avviare una
istanza di rifugio umanitario.
“Lottatori sociali e orgogliosi combattenti popolari” così si definiscono i
due compagni che, durante oltre un decennio, hanno dovuto affrontare
criminalizzazione, tortura, repressione e detenzione.
Il 29 settembre 2008 si è tenuto il processo in Argentina, nel quale
sono stati condannati a 3 anni e 3 mesi di carcere per porto illegale
di armi da guerra.
Durante la loro permanenza nelle prigioni
argentine i 2 compagni sono stati vittime di perquisizioni e
pestaggi. Lo stesso trattamento è stato riservato ai familiari
e agli amici che si sono recati ai colloqui.
fonte: Sintonía Rebelde
Liberando la palabra secuestrada.
107.5 Radio Villa Francia