comunicato del CSA y Biblioteca Libertaria Jonny Cariqueo,
trad. Culmine
La stampa ha dato il via allo spettacolo il cui obiettivo è evidente, ossia preparare il terreno per l’azione repressiva che possibilmente s’avvicina. Legittimare di fronte all’opinione pubblica tutte le risorse ed i futuri arresti che verranno per il “caso bombas”.
Non trovando i “colpevoli”, la loro frustrazione ricadrebbe sugli Spazi aperti, in cui si diffondono le idee contro lo sfruttamento e l’autorità, si inventeranno del prove e si farà il possibile per arrestare i compagni che danno vita a tali spazi (partecipandovi o vivendoci).
In questa maniera, resta dimostrato che quelle che si perseguitano sono le idee di non-sottomissione e di rivolta, si deve dimostrare alla società che ribellarsi contro questa quotidianità di alienazione ha un costo molto elevato, fatto che molti compagni hanno dovuto sopportare sulla propria pelle, essendo sottomessi ad estenuanti giornate di reclusione fin quando durano le indagini che non ancora sono riusciti ad inquadrare in una serie di reati sufficienti per un quadro accusatorio, né per un’azione specifica, ma per affibbiare al profilo degli eterni ostinati, quelli che malgrado tutto continuano ad affrontare quest’apparato e quel che li indigna della società in cui viviamo.
Il Centro Social Autónomo y Biblioteca Libertaria Jonny Cariqueo viene nominato come il luogo in cui viveva Diego Ríos, pedina chiave dell’indagine ed ipoteticamente ricercato in Argentina.
E’ importante sottolineare che effettivamente il nostro compagno ha condiviso questo spazio con noi. Tuttavia, le sue pratiche sono state ben altre che l’esser un fornitore di Polvere Nera, in quanto lui era parte di una lotta che ha molteplici fronti d’azione, una lotta che si manifesta, per esempio, nell’aprire questo spazio con l’obiettivo di diffondere idee-pratiche antiautoritarie al resto della popolazione, negando qualsiasi dipendenza a qualsivoglia istituzione del potere, dimostrando che si può esser autonomi senza il bisogno di ricorrere ai comuni né alle istituzioni. Forme molteplici, tutte di uguale importanza nel momento di far barcollare la società imposta; a sua volta questo spazio non si riduce solo alla vicinanza con la sua persona, ma è composto da diverse individualità che si propongono, negano qualsiasi autorità e cercano di generare un altro tipo di relazioni che superino le merci e concorrenza imposte, ponendo al di sopra i valori anarchici come il mutuo appoggio, l’orizzontalità e la solidarietà.
Un altro aspetto all’interno del contesto mediatico sono le sentenze emesse dalla giustizia contro il nostro spazio e che probabilmente emetterà anche contro altri spazi, in particolare vogliamo menzionare il respingimento che la corte d’Appello (sesta sala) ha fatto del nostro ricorso contro canal 13, quando questa emittente insinuò che la nostra casa fosse un “centro operativo” nel contesto del denominato “caso bombas”, lo scorso 3 settembre 2009. La giustizia in tale occasione ha sentenziato che la nostra posizione di guerra contro il potere “comportava fatti chiaramente anti-giuridici che delegittimava qualsiasi azione di tutela che la costituzione politica contempla per il mantenimento
della pace goduta dalla repubblica”, menzionando anche il compagno Mauricio Morales che viveva nella nostra casa, altro argomento per decidere contro di noi. Questa situazione è molto preoccupante, in quanto indica quale potrebbe essere la tendenza dei tribunali nel momento di decidere di fronte a qualsiasi arresto o montatura degli schifosi poliziotti, contro qualsiasi gesto di ribellione. L’indifferenza sociale è la loro miglior arma dinanzi a queste molteplici contraddizioni che ha il sistema di dominio.
Sappiamo che il contesto mediatico e repressivo s’è acuito, la persecuzione poliziesca con le sue tecnologie è cosa nota, sappiamo che se non giungeranno a raccogliere i dati tesi ad incolpare i compagni, provvederanno a costruire prove false, la qualcosa non ci sorprende, ma non per questo smette di preoccuparci. La stampa costruisce la tanto menzionata opinione pubblica per legittimare gli assalti alle nostre case e le azioni repressive che al commediante procuratore Peña gli passeranno per la testa.
Di fronte a tutto ciò il nostro invito è a solidarizzare con gli spazi, con i compagni e le compagne che oggi e domani
potrebbero stare dietro le sbarre per esser coerenti con la nostra posizione di guerra e di ribellione contro l’esistente.
Qui si perseguita la posizione di trasgressione e questa lotta ha bisogno di gesti solidali tra noi che abbiamo scelto di non abbassare la testa.
I vincolo, crediamo, non devono esser guidati da strutture o piatteforme opportuniste, ma dall’interesse nel soggiogare gli sforzi del nemico. Non dimentichiamoci mai che se toccano uno, toccano tutti noi.
La solidarietà è un’arma dalle molteplici sfumature, siamo liberi di impugnarla come desideriamo. Non cadremo nel loro gioco, continueremo fermi dando vita agli spazi in cui si costruiscono relazioni estranee da qualsiasi gerarchia e autorità.
Per la proliferazione degli spazi in cui si diffondano idee anti-autoritarie!
“CONTRO LO SPETTACOLO DELLA STAMPA; CONTINUEREMO A DIFFONDERE LE NOSTRE IDEE
DI LIBERTA'”
CSA y Biblioteca Libertaria Jonny Cariqueo