# cenere
Nelle prime ore del 10 giugno 2011, due compagni in bicicletta sono stati fermati da dei poliziotti in borghese (in bicicletta) a Moabit, distretto di Berlino, Germania. Dopo essere stati perquisiti e trovati in possesso di vestiti neri e da pompiere, come anche residui di cenere sulle mani, entrambi sono stati portati alla caserma di Tempelhof. L’accusa è di aver incendiato alcune macchine di lusso in alcuni distretti di Berlino.
Entrambi i compagni si sono rifiutati di testimoniare contro le domande assillanti della polizia LKA (Landersrkiminalamt), e si è visto che al momento non c’erano sufficienti prove a loro carico. Un compagno è stato rilasciato, mentre l’altro, Detlef Maag, è stato trattenuto, e ora accusato di un altro tentato incendio avvenuto alle 7 del mattino del 16 maggio, contro una BMW in Friedrichshain. La prova a carico di Det sta in alcune fotografie scattate da un condomino che si è affacciato. Nel giorno dell’arresto di Det, la polizia ha perquisito la sua casa e presumibilmente ha trovato dei vestiti compatibili con quelli delle foto.
Dopo esser stato rilasciato a causa del suo “stabile ambiente sociale”, Det è stato quasi subito ricondotto in cella, dove ora è chiuso nelle segrete di Moabit. 23 ore al giorno in una cella doppia con non più di 9 metri quadrati. Patetici pranzi, colazioni e cene, e non più di un’ora d’aria. Gli sono permesse due telefonate a settimane, e visite per tre persone alla volta, due volte al mese.
Det ha una figlia di quindici anni, e con le sue condizioni di prigionia come quelle di ogni altro, può vederla solo due volte al mese, dietro un lungo tavolo e il vetro che rendono molto difficili i contatti fisici.
Lui può, comunque, ricevere senza restrizioni cartoline, lettere e pacchi in ogni lingua, e da quando è dentro, ha scritto circa duecento lettere. Il suo inglese scritto e parlato è ottimo, e ha richiesto testi e opuscoli di Jean Weir e Alfredo Bonanno.
Scrivetegli a:
Detlef Maag
Buchnummer: 1593/11
Alt-Moabit 12°
10559 Berlin
Deutschland