riceviamo e pubblichiamo
La morte del nostro compagno Mauri ce l’accolliamo con tanto dolore, ma sappiamo che è una delle possibili conseguenze di una guerra contro la società e la sua oppressione, senza vedere tutto ciò in funzione del martirio o dell’eroismo, senza issarlo quale rappresentante di alcuna altra causa al di fuori di quella individuale, bensì rendendone visibile la memoria combattiva e l’apprezzamento dell’azione diretta violenta alla quale il compagno ha fatto ricorso assieme ad altre e multiformi tattiche di lotta.
Molti collettivi e individui rivendicano senza problemi dei vendicatori del passato e quelli che sono stati assassinati dalla polizia nel corso della guerra sociale, ma il caso del Punky Mauri è diverso. E’ sopraggiunta la critica da diversi circoli della sinistra pseudo-radicale e da alcuni gruppi di tendenza libertaria nei confronti del costante tentativo di mantenere fresca la memoria, le idee e i sogni di un anarchico d’azione contemporaneo. Noi ripudiamo questa falsa dicotomia perché riconosciamo il riscatto della memoria combattiva come un apporto alla continuità della lotta. Per questo noi, suoi amici e compagni, abbiamo fatto sì che la vita e le idee del Mauri trascendessero ben oltre il suo ambiente e le frontiere, senza santificarlo, ma mostrandolo con le sue inquietudini, contraddizioni e pratiche quotidiane. E’ così che adesso da diverse parti del mondo se ne rivendica la memoria.
Purtroppo i compagni assassinati dalla repressione sono tanti, ma la pubblica rivendicazione di un compagno che muore mentre manipola un ordigno esplosivo, proprio quando tutta la società cercava un responsabile per queste azioni, fa sì che tutto l’insieme dei suoi affini sia l’obiettivo da sterminare.
Il Potere pretende annientare idee e pratiche specifiche, come è evidente con la frenetica persecuzione delle persone che si rivendicano contro di essa e difendono a gran voce l’azione diretta. E’ così che alcuni compagni sono stati arrestati e processati all’interno del mediatico caso bombas, con il chiaro intento di intimidire tutti quelli che -davanti ad uno specchio- hanno firmato l’impegno a scontrarsi con tutte le loro forze contro la dominazione.
Negli ultimi mesi sono stati rinchiusi Luciano Pitronello (feritosi durante la collocazione di un ordigno esplosivo in una banca) e Carla Verdugo e Iván Silva per trasporto di materiale esplosivo. Oggi, come secoli fa, ci sarà sempre chi criticherà l’azione diretta violenta nell’attesa dell’accettazione delle masse, restando in complice silenzio con il potere, evidenziando la critica timorata da salotto contro le pratiche del qui ed ora.
Facciamo parte di un continuum storico che abbraccia idee di liberazione e di rivolta, sapendo che il miglior momento o luogo per esprimere il nostro odio contro la società e la sua oppressione lo decide ciascun individuo.
A tre anni dalla morte in azione del Punky Mauri continuiamo ad impugnare pratiche di attacco!
Per la distruzione della società… che si diffonda la peste nera!
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