trad. ParoleArmate
“Come obiettivo di forza, la politica viene praticata avendo davanti ai suoi occhi la possibilità dell’esacerbazione e della violenza. Dietro la politica sta l’immagine della violenza e della guerra, precisamente dietro a tutta la violenza limitata sta l’immagine della violenza cieca. L’inizio dell’intelligenza significa la fine dell’aggressività cieca, vale a dire che l’intelletto si impone agli istinti che richiedono il suo diretto abbandono alla violenza, esso li gestisce accordandoli ai suoi obiettivi e mette in atto mezzi più drastici per esercitare la violenza. Appena ciò viene fatto la violenza entra a servizio dell’obiettivo di forza. La combinazione della forza presenta più sfumature rispetto alla grossolana meccanica della violenza, permette numerose varianti e sta più vicina alla lotta tra nemici, essa crea il GIOCO TRA AMICI, che rende il forte capace di generare giudizi contro il più forte.”
SCIOPERI DELLA FAME E PROSPETTIVA DI UNA COMUNITA’ COMBATTENTE DENTRO LE MURA.
Nell’ultimo mese due scioperi della fame sono stati fatti da prigionieri anarchici, uno è riuscito e l’altro no. Alcuni compagni in sciopero della fame si sono dati un obiettivo molto difficile da
raggiungere. La creazione di un gruppo di lotta, che mira alla ricerca di un terreno comune tra prigionieri. Un gruppo che unisca con l’esterno per rompere l’isolamento, fornendo le immagini di rivolta con i fuochi dalle strade della città ai tetti dei buchi infernali.
Nonostante tutto ciò una prospettiva sui correnti fatti sembra lontana.
La divisione che emerge tra le mura contribuisce solamente al frazionamento del gruppo in lotta e all’inglobamento di una divisione.
Mostrare richieste che hanno un’asse comune finisce col ridurre più che con l’accentuare la nostra lotta comune. La coesione di una base in lotta è una strada a senso unico per la creazione di un collettivo. Più nello specifico, se gli ostaggi anarchici avessero realizzato uno sciopero della fame con una causa comune, avrebbero avuto la possibilità di avere più prigionieri solidali in varie azioni, ma lo sciopero della fame invece di rafforzarsi col tempo è stato indebolito finendo con la
fine di uno. Cosi come l’accettazione della sconfitta è un’azione che è onesta ma lo sciopero della fame è l’ultima arma nella lotta dei prigionieri e un uso di esso che porti all’inaspettata interruzione e sconfitta, ne fiacca il potere.
Semplicemente…
NEMICI
“Brindate, per la Regina dalle chiappe cadenti!
Ascoltate l’azione dei vostri sciocchi singhiozzi
strazianti! Ascoltate saltare nella ardente notte
i rantolanti idioti, i vecchi, le marionette, i lacchè!
Sifilitici, pazzi, re, marionette, ventriloqui,
che cosa importa a Parigi la puttana
delle vostre anime, dei vostri corpi, dei vostri veleni e stracci?
Lei si libererà di voi, putridi ringhiosi!
E quando sarete a terra, gemendo sui vostri rifiuti
sfiancati, perduti, reclamando i vostri soldi,
la rossa cortigiana, dai seni rigonfi di battaglie
lontana dal vostro stupore torcerà i suoi pugni avari!”
A. Rimbaud
Sabato 28 Aprile abbiamo attaccato nella zona di Kifisia, bruciando delle auto parcheggiate in Levitou, di lusso e non. E’ stato fatto in solidarietà allo sciopero della fame realizzato dai prigionieri membri della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco e dall’anarchico Theofilos Mavropoulos con la richiesta di trasferimento finale dei guerriglieri G. Tsakalos e P. Argirou nella prigione di Koridallos e di interrompere i trasferimenti punitivi (cosa ottenuto con perseveranza).
Questa azione ha un chiaro obiettivo e fine, ovvero colpire la calma dei quartieri ricchi della capitale. E’ stato un primo approccio ai benestanti di Kifisia, ricordando che la loro vita da parassiti avrà la punizione che merita. Gli diciamo che nulla li proteggerà dalla nostra malsana immaginazione, non importa quanti punti di guardia costruite o quante guardie assumete. Essi saranno sempre esposti ai nostri appetiti violenti. La loro prosperità è frutto dello sfruttamento di altri e pagheranno per questa decisione prima o poi. Non importa quanto essi siano tagliati fuori dalla miseria e chiusi come un paesaggio urbano-prigione, non importa quanto siano lontani dall’inumana Atene, la distanza resta poca comparata alla caparbietà della vendetta. Quindi ad
un certo punto mentre berranno i loro caffè con il loro stile snob, riceveranno una visita da parte di molti di noi, e con il sorriso di un detonatore gli ritorneremo la perversione che hanno dato a noi con un proiettile in fronte.
RESPONSABILITA’ SOCIALE E INEFFICACIA DEL MONOTEMATICO APPROCCIO DI
CLASSE
Le società capitaliste sono basate sull’ineguaglianza ed ecco a cosa devono la loro esistenza. Un viaggio in treno sarebbe sufficiente a chiunque per capire le grandi contraddizioni sociali. La coesistenza in contraddizione di benessere e povertà, placida certezza e stressante sopravvivenza. Un’esaustiva gerarchia mantenuta dall’ignoranza, dalla paura, dalla stupidità e dall’oppressione. Per il perpetuo accumulo di benessere per pochi sono comunque molti da incolpare visto che lo
permettono senza una battaglia e noi non possiamo sacrificare l’immaturità sull’altare della civetteria. Ogni persona che si considera debole è loro sottomessa. Noi non ci sintonizziamo con la sopportazione e la tolleranza dello sfruttamento, né personale né di altri, ma in ogni modo otterremo la sua espulsione dai comportamenti della gente nelle relazioni create senza umanismo.
Quindi riconosciamo il nostro attacco come un’azione con caratteristiche di classe ma non con un carattere di classe. E’ ovvio che rivolgiamo la nostra aggressività ad un tipo di persone. Ma
nonostante ciò non siamo rappresentanti di una classe né siamo messaggeri di una coscienza di classe. Non mediamo per nessuno cosi come non vogliamo un mediatore. Siamo individualisti visto che ciò che scriviamo e facciamo non si nasconde dietro ad un volere divino e non veniamo armati da una segreta entità globale, ma dalla nostra passione per la libertà. Credere che nel profondo dei desideri di ogni esistenza oppressa vi sia un destino comune è un pensiero stupido che idealizza
situazioni, ignorando le difficoltà della lotta per la liberazione. Chiunque consideri la rivoluzione anarchica come procedura deduttiva e volontà celeste che verrà inculcata nelle teste della gente a causa della povertà è condannato a non realizzare cosa sogna.
Ecco perché pensiamo che le unioni delle persone che sono basate sulle loro comuni caratteristiche di classe sono come nuvole che, anche se piove, nasconderanno sempre il sole. Un’unificazione delle persone che appartengono allo stesso contesto economico e sociale sotto un predeterminato futuro rivoluzionario è una frettolosa chiave di speranza. La situazione economica e di classe non è l’origine della rivoluzione, ma un’altra possibilità, un turbamento cosi come tanti altri che si presenteranno sulla tua strada e che ti faranno negare la tua vita e quella di chi ti sta intorno.
La penuria materiale, la squallida situazione economica, il turno da 8 ore sono condizioni violente e distruttive che spingono ad una reazione.
Comunque le continue invocazioni ai lavoratori-proletari e la loro elevazione a forza rivoluzionaria è una analisi teorica e un obiettivo di propaganda che ha fallito nel passato e che fallita in futuro visto che esso limita l’approccio consapevole alla rivoluzione negli stretti limiti del bisogno economico.
Ogni tentativo insurrezionale dei rivoltosi basato solamente sulla povertà materiale delle masse può creare un sistema economico con una distribuzione di prodotti più giusta (fin quando dura), ma non
distruggerà la gerarchia della gente, l’alienazione, la tirannia degli specialisti e dei più furbi, visto che non ci saremo rivoltati per l’abolizione delle imposizioni alle nostre vite.
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I nostri attacchi sono connessi alla rete globale di tentativi guerriglieri della Federazione Anarchica Informale. Infine riguardo alle elezioni in arrivo con la consapevole assenza e la reale
giustapposizione con il regime noi andiamo contro ogni autorità e quelli che la tollerano. Nel mezzo della democrazia e della confusione dei votanti noi produciamo esplosioni diffondendo il nostro caos.”Società, tutto è ristabilito: – le orge piangono il loro rantolo antico negli antichi lupanari:
e i gas in delirio, contro le mura rosse, fiammeggiano sinistri verso gli azzurri smorti!”
Federazione Anarchica Informale-Fuochi all’Orizzonte