tratto da: http://en.contrainfo.espiv.net/
traduzione: tomo
Seconda udienza del “caso Halandri” – Giorno 2, 20 dicembre 2011
Tribunale speciale della prigione femminile di Koridallos
Prima che l’udienza fosse aggiornata, i quattro imputati hanno fatto una dichiarazione. Christos Tsakalos l’ha letta dopo aver spiegato che “noi vogliamo leggere una dichiarazione politica riguardo i fatti del nostro recente tentativo di evasione dalla prigione Koridallos. Inizialmente, il problema può sembrare irrilevante al caso del processo, ciononostante ha una relazione diretta, per una ragione specifica. Questo nostro tentativo non solo ha trasmesso un messaggio alla prigione Koridallos e all’intero sistema carcerario in generale, ma anche a questa corte.”
Ecco il testo integrale della dichiarazione, una copia della quale è stata archiviata nei documenti della corte:
DICHIARAZIONE POLITICA della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco
Questa dichiarazione è fatta per chiarificare e per esporre pubblicamente la nostra posizione in relazione al nostro recente tentativo di evasione dalla prigione.
Il fatto che siamo prigionieri nelle celle della prigione della democrazia non significa che accettiamo anche solo per un momento la nostra posizione come prigionieri o come imputati davanti alla corte civile-marziale che avete costruito contro di noi. Non ci sarà mai una guardia carceraria che rinchiuderà le nostre anime o un giudice a regolare i nostri valori. Noi siamo eterni nemici della legge dell’ordine ed eterni evasori di prigioni.
Ovviamente queste poche seguenti parole non possono descrivere le miserabili condizioni dentro i penitenziari che sono vissute dai reclusi che non hanno ceduto la loro dignità, ma l’hanno portata con sé in ogni ala di isolamento, ogni unità disciplinare, ogni trasferimento, ogni tormento, ogni pestaggio…
Voi, i decisi giudici militari della mafia giudiziaria, potete emettere sentenze di centinaia di anni in prigione seduti sulle vostre panche, obbedendo alle mani che vi manovrano come pupazzi, ma dovreste sapere che la nostra volontà di libertà prende sempre più fuoco di giorno in giorno.
Con le vostre decisioni, come moderni boia, seppellite persone sotto tonnellate di cemento e sbarre, nascondendo così le conseguenze del sistema putrefatto che servite. Così per noi che siamo guerriglieri urbani anarchici, desiderate reagire e punirci perché sapete che i vostri nomi e i nomi di quelli come voi sono già scritti nella lista dei nostri futuri obiettivi. La prigione, in cui mandate persone in maniera così facile come sfogliare i documenti del caso, è un enorme tritacarne, che frantuma corpi, sentimenti, pensieri, immaginazione…
È uno sterile mondo meccanico dove riecheggiano gli ordini dagli altoparlanti, il chiudersi delle celle e il suono della rassegnazione umana.
La vasta maggioranza dei reclusi ha fatto un accordo da sciocchi ed ha ceduto la propria libertà e dignità in cambio della paga di un giorno, di un rilascio temporaneo, una promessa o addirittura per niente.
Tutte le discussioni riguardo l’umanizzazione del sistema penitenziario non sono altro che stupidate e discorsi ipocriti. La soluzione è una; evadere o distruggere la prigione.
In questa nostra scelta, abbiamo sentito battiture sul muro anche da differenti giri di rapporti e incontrato persone che hanno condiviso con noi il comune desiderio di libertà. Possiamo chiaramente dire che siamo orgogliosi delle nostre scelte e delle relazioni che abbiamo costruito con loro attraverso il nostro congiunto tentativo di evasione, anche se non è durato come era nelle nostre intenzioni. Disgraziatamente, siamo stati meno fortunati di quanto avremmo voluto, mentre la stupidità ha trovato la sua espressione in un omuncolo-guardia che si mostrava potente.
Alcune persone si affretteranno a parlare del fallimento.
Eppure, la nostra fuga ha avuto successo. Siamo scappati dall’accettazione disfattista del nostro ruolo di prigionieri. Siamo scappati dal sonno dato dagli psicofarmaci che sono generosamente distribuiti nelle prigioni, dai benefici della paga del giorno, dalle illusioni dei futuri fogli e parole, ed abbiamo agito da anarchici rivoluzionari.
Se il lavoro dei carcerieri e dei giudici è chiudere le porte delle prigioni, il nostro è di sbloccarle e violarle. Anche se abbiamo fallito a mettere in libertà i nostri corpi, abbiamo liberato la nostra esistenza anche solo per qualche momento, occupando uno spazio in prigione.
Questo senso è unico, e non abbiamo alcun rimorso.
Inoltre, lottiamo per una libertà al di là della versione ufficiale delle leggi e dei valori di questa società. Questa lotta non può essere processata né imprigionata.
Oggi, molte persone muoiono per incidenti stradali, dipendenza da droga, malattie industriali. Altri accettano la morte da noia e solitudine, sprofondati nelle convenzioni di una vita di amore per le leggi. Abbiamo scelto di rischiare le nostre vite per un salto verso la libertà, anche se non c’è nessuna rete di sicurezza disotto. Non c’è nulla di più importante di questo.
Ora, abbiamo perso una battaglia, ma non la guerra. Guardiamo in avanti.
Ogni volta promette un nuovo progetto, una nuova collaborazione-amicizia, una possibilità inaspettata che giace dinanzi a noi pericolosa e sovversiva.
Inoltre, ciò che conta non è che tu venga catturato ma se ti arrendi dentro di te…
LUNGA VITA ALLA COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO / FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE (FAI)
LUNGA VITA AL FRONTE RIVOLUZIONARIO INTERNAZIONALE
LUNGA VITA ALL’INTERNAZIONALE NERA ANARCHICA
I membri imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco
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Il processo è stato interrotto per continuare lunedì, 9 gennaio, 2012. Parenti ed amici degli imputati lanciano un appello per la presenza di compagni dentro la corte durante i procedimenti, in solidarietà con Damiano Bolano, Giorgos Nikolopoulos, Michalis Nikolopoulos e Christos Tsakalos.