fonte: stampa di regime, 17 dicembre 2011
Avrebbe agito per “risentimento personale” il ragazzo di 23 anni finito in carcere, a Regina Coeli, per aver danneggiato con un esplosivo la sede di una banca in piazza Alberone. Stando a quanto accertato dalla Digos, un ordigno, composto da più petardi di elevato potenziale, è esploso la scorsa notte poco prima delle 3, mandando in frantumi il vetro blindato dell’istituto di credito. Grazie alle indicazioni di alcuni testimoni richiamati dal boato provocato dall’esplosione, gli investigatori hanno orientato le ricerche su un’auto che era stata vista allontanarsi subito dopo lo scoppio.
Lo stesso veicolo, poco dopo, è stato poi individuato in zona: il motore era ancora caldo e gli agenti sono risaliti al ragazzo che aveva precedenti per furto, resistenza e oltraggio. La sua abitazione è stata perquisita dagli agenti che hanno trovato dieci petardi a elevato potenziale, di cui otto di quarta categoria contenenti 30 grammi di sostanza esplodente, oltre a un chilo di marijuana nascosta in un barattolo. Poche ore dopo, è stata identificata, e denunciata a piede libero, anche una ragazza di 23 anni che era in compagnia del giovane finito in manette: nella sua abitazione è stata recuperata una documentazione relativa alla sinistra antagonista e ai Carc. L’indagine, condotta dal pm Andrea Mosca, è coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti, titolare del ‘pool’ antiterrorismo della procura.