trato da: actforfree
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Coinvolgermi in questo caso è chiaramente una mossa mirata alla diffusione di altro fango e infamia con cui seppellire i combattenti imprigionati…
Lettera di Dimitris Fessas dalla prigione
La storia va cosi:
Ad aprile 2009 un vigile urbano riporta di essere stato attaccato nel centro di Salonicco da parte di qualcuno che cercava di rubargli il berretto. Poi ha fatto riferimento ad un testimone – un fantasma che, come ha detto, poi è scomparso senza dire il proprio nome. Questo testimone-fantasma da Navarinou Square, ha detto, avrebbe visto qualcuno salire su una moto di diverso colore e tipo rispetto alla mia. Al dipartimento di polizia il vigile non ha riconosciuto la mia foto e la polizia non mi ha infastidito per nulla. Due anni dopo e visto che sono già in attesa di giudizio, la polizia si ricorda questa ridicola storia riguardo al berretto del vigile e mi convoca di nuovo per un interrogatorio.
Coinvolgermi in questo caso è chiaramente una mossa mirata alla diffusione di altro fango e infamia con cui seppellire i combattenti imprigionati. Qui non stiamo vedendo nulla di nuovo, il metodo è vecchio e testato, sebbene ultimamente il suo uso sia diventato più frequente. Esempi di combattenti che sono stati perseguiti senza prove ce ne sono tanti. Una testimonianza contraddittoria e un test del DNA insicuro sono abbastanza per accusare qualcuno.
La loro ultima proposta è di estendere la mia prigionia, e di spezzare il mio spirito. Oltre a ciò, la frequenza di questa pratica combinata con i tempi della sua apparizione (nel graduale collasso dello stato greco) mostra che essa è parte di un esperimento generale. Il suo fine è il testare le reazioni e la resistenza sotto pressione di speciali gruppi che lo stato vuole fortemente controllare.
Il tempo passa e la situazione in Grecia peggiora, vedremo più frequenti esperimenti profondi di questo tipo. Inoltre, dalla nostra parte, dobbiamo fare in modo che i risultati dei loro esperimenti saranno negativi, dobbiamo assicurarci che questo stato insaziabile non ci inghiottirà con facilità.
Giovedì 15/12/2011 alle 9 sarò condotto davanti al giudice per “rendere conto” di questa incredibile accusa. Chiunque stia aspettando di vedere la mia resistenza mentale andare in pezzi con questo caso ridicolo scoprirà che qualche manciata di fango non è abbastanza per buttarmi giù.
Dimitris Fessas
Prigione di Diavata
Salonicco 14/12/2011
p.s.: Il 13/1/2011 i compagni Fessas, Tsilianidis, Tzifkas e Dimtsiadis, ricercati dal 13/10/2010 per il caso Skouloudis, sono stati arrestati ad Atene e accusati di aver creato e fatto parte di una organizzazione criminale. Tre sono prigionieri nel 1° braccio della prigione di Korydallos mentre Tzifkas in quella di Avlona.
Il sistema cerca di isolare dozzine di nostri compagni che sono adesso confinati nelle moderne celle infernali. Il proseguimento della lotta così come il rafforzamento delle consapevolezze è una battaglia che non è stata persa. Dentro e fuori le mura gli sguardi di chi non ha chinato il capo e rifiuta di sottomettersi continueranno ad incontrarsi in ogni modo.