dalla Grecia, comunicato su quanto accaduto a Koridallos il 12 dicembre 2011
Attenzione! Il presente riassunto degli avvenimenti si basa, per la gran parte, su notizie e reportage dei mass-media. La notizia di alcuni carcerieri presi come ostaggio da parte dei prigionieri, azione che è durata diverse ore, è stata ieri e lo è ancora oggi sulle prime pagine dei mezzi di comunicazione. La versione, o meglio, le diverse versioni dei fatti presentate da tv e giornali presentano tanti dettagli contraddittori che non vale la pena menzionarli. Le dichiarazioni dei prigionieri sono state diffuse in maniera spezzettata, speriamo di riuscire più tardi a diffonderle integralmente. La situazione nelle carceri greche è ad ogni modo esplosiva, ed i fatti di ieri potrebbero avere una inattesa continuazione…
Ieri, lunedì 12 dicembre, poco dopo le 18, un gruppo di 4 (o 5 ) prigionieri ha tentato di evadere dal carcere di Koridallos. Si tratta di Panagiotis Vlastos, definito dalla stampa “uno dei criminali più pericolosi del paese” (arrestato nel 1998 in seguito ad un conflitto a fuoco con la polizia ed accusato di una serie di rapine, omicidi, sequestro di un armatore, ecc.) e dei membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco: i fratelli Mihalis e Giorgos Nikolopoulos, Christos Tsakalos e Giorgos Polydoros (alcuni media hanno menzionato anche Theofilos Mavropoulos). Ma trovandosi intrappolati nei pressi della stanza per i colloqui, con l’aiuto di una pistola e di alcuni coltelli hanno preso 3 carcerieri come ostaggi. In quel momento nella stanza dei colloqui c’erano più o meno 25 familiari di detenuti, tra i quali alcuni familiari di prigionieri anarchici, come la madre ed il cugino di Stella Adoniou ed i genitori di Kostas Sakkas. Tutti costoro sono rimasti intrappolati, molto probabilmente perché i carcerieri avevano nel frattempo chiuso tutti gli ingressi. Ciò nonostante, i giornali hanno subito scritto articoli dal titolo “Membri delle Cellule hanno preso i familiari come ostaggi”. In seguito sono iniziate le trattative che sono durate diverse ore. I prigionieri si sono rifiutati di parlare con la polizia ed hanno preteso di parlare solo con degli incaricati del ministero della giustizia e delle autorità carcerarie ed in presenza di un avvocato di loro fiducia. Ovviamente, tutta la zona circostante il carcere è stata immediatamente circondata da centinaia di agenti antisommossa e da forze dell’Unita Antiterrorista. Da segnalare che i familiari si sono rifiutati di abbandonare la stanza, temendo che alla loro uscita avrebbero fatto irruzione gli agenti antisommossa per massacrare i ribelli. Alcuni dei prigionieri sono riusciti a parlare per telefono con l’esterno, ma le loro dichiarazioni sono state in gran parte censurate dai media. Tuttavia, Mihalis Nikolopoulos è riuscito a parlare delle degradanti condizioni di reclusione in generale, mancanza di permessi, brutalità dei carcerieri, ossia dei problemi che hanno tutti i prigionieri. Ha inoltre dichiarato: “Ai familiari non accadrà nulla. Gli unici che possono far del male qui sono i poliziotti, per questo che si allontanino.”
Christos Tsakalos ha affermato: “Oggi abbiamo cercato di far qualcosa. Di guadagnare la nostra libertà ed il proseguimento della guerriglia urbana. Abbiamo perso una battaglia, ma non abbiamo perso la guerra e continueremo a lottare per vincerla. Siamo un’organizzazione che lotta per gli ideali di una vita libera e senza alcuna tutela.“
Alle 23.20 i prigionieri hanno “liberato” i carcerieri ed hanno consegnato la pistola e 3 coltelli. I familiari, dopo esser usciti dal carcere, sono stati condotti al commissariato della Sicurezza del Pireo, dove s’è cercato di convincerli a sporgere una denuncia contro i prigionieri, ma essi si sono rifiutati.