trad. cenere
Una piccola analisi come contributo controinformativo riguardo agli eventi del 20 ottobre.
I fatti delle ultime 48 ore di sciopero generale sono storici. Per la prima volta negli ultimi anni il partito comunista greco (KKE) ha scelto di essere presente (in termini di spazio e tempo) insieme alle altre parti sociali che dimostravano a Piazza Syntagma. Ma la loro scelta ha espresso una qualità diversa da quella degli altri dimostranti. Hanno circondato il parlamento al fine di proteggerlo. Il KKE è rimasto dietro al sindacato PAME davanti al parlamento in stile militare, con bastoni e caschi, per affrontare i dimostranti. Hanno chiesto i documenti a chi non era loro militante e si sono rifiutati di lasciare passare altri blocchi di dimostranti (non solo anarchici, ma anche gente di sinistra e il sindacato dei netturbini POE-OTA). Ciò ha portato ad una situazione molto tesa con gente che urlava il proprio sdegno per le azioni del PAME. Il conflitto è iniziato dopo l’attacco dei comunisti insieme ai sindacalisti contro i membri del movimento “Io non pago” (Den Plirono) che era costituito soprattutto da moderati di sinistra.
Agli scontri hanno preso parte una grande parte di persone e non erano tutti anarchici. C’erano ovviamente anarchici tra di loro ma non tutti quelli che si sono scontrati con il PAME lo erano. Il conflitto ha coinvolto mazze, sassi, molotov, caschi da parte dei dimostranti incappucciati.
Dopo due ore di scontri la polizia è intervenuta a favore dei sindacalisti per attaccare i dimostranti. Nel pomeriggio è stato riportato che la persona morta di infarto non era stata ferita negli scontri ma la possibile causa della morte era dovuta ai lacrimogeni della polizia.
Questi sono i fatti. Da ora in poi proverò solo a mettere i miei pensieri al fine di cercare di dare una una interpretazione dei fatti in prospettiva del fine insurrezionale.
Alcuni punti fondamentali nella formazione sociopolitica greca
In Grecia, dopo la caduta della giunta militare nel 1974, il periodo storico che è seguito è stato chiamato Metapolitefsi (tipo di cambiamento politico). Questo schema sociopolitico ha raggiunto i suoi limiti negli ultimi anni. La forma di governo e lo stato, la legge e le relazioni sociali che permettono la riproduzione dello sfruttamento capitalista sono state limitati da alcuni schemi di ribaltamento verticale di alcuni valori e da alcuni mezzi alla base della società. Dai primi anni ’80 la formazione sociale-democratica ha ottenuto la coesione sociali grazie alla riconciliazione tra stato e persone. Potevi raggiungere una posizione permanente nel settore pubblico dando il tuo voto a chiunque potesse garantirtela. Questo è il meccanismo principale che ha prodotto la classe piccolo-borghese in Grecia.
Questo modo di ottenere il consenso e la coesione è stato interrotto in modo non sostituibile dalle scelte politiche centrali del dominio per far fronte alle crisi economiche ed evitare il default. L’effetto immediato è stato il tracollo della gran parte della società, dai piccolo-borghesi della classe media alla precarietà del proletariato. Ciò è la chiave di trasformazione che sta avvenendo. Sto parlando di gente che (se non già ora) non avrà nulla da perdere e che non sarà, in gran parte, facilmente rappresentabile da ogni forma di schema politico ufficiale. Il KKE non è escluso.
Il KKE è uno dei maggiori (se non l’unico) dei partiti comunisti stalinisti in Europa. Dopo esser stato riconosciuto (1974) è diventato parte del sistema in ogni modo possibile. Ha i suoi affari, la sua compagnia tipografica (che è una delle più grandi nei Balcani) e i media (canali tv e radio) e possiede un rispettabile gruppo di fondi statali come ogni partito ha.
“La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi” Carl von Clausewitz
Dopo Dicembre 2008 e soprattutto negli ultimi due anni discorsi e pratiche anarchici/antiautoritari si sono diffusi in un modo non facilmente interpretabile. Sono nati nuovi squat, nuove assemblee popolari e nuovi modi di autorganizzazione sono stati realizzati. Questo non è il posto per dare una completa descrizione dei fatti degli ultimi 3 anni ma posso dire che la guerra sociale-di classe si è molto intensificata. Rimane una scommessa storica la possibilità che emergano nuovi soggetti collettivi rivoluzionari.
“La politica è la continuazione della guerra con altri mezzi” M. Foucault
Una cosa è sicura. Il dominio (stato-capitale e le loro connessioni) non può gestire questa situazione in un modo regolare. Non è gestibile. C’è una parte importante della società che nell’ultimo hanno si è scontrata davanti al parlamento. Queste persone stanno entrando in contatto con valori radicali che potrebbero essere un detonatore per qualcosa di più pericoloso per le relazioni dominanti capitalistico-sociali. Solidarietà, autorganizzazione e relazioni non mediate espresse nelle strade possono andare oltre. Possono essere portate nella vita quotidiana ed espandersi per ridefinire su basi radicali le relazioni sociali. Contro i valori sociali del comfort e del lavoro salariato, contro il modello consumistico del deserto capitalista. Lo slogan anarchico “La crisi non è una notizia al telegiornale, la consapevolezza è nata nelle strade” adesso è molto reale. Io non enfatizzo le pratiche degli scontri per strada ma insistito nel dire che abbiamo una grande possibilità di radicalizzarci qui. E gli scontri con la polizia e gli stalinisti sono solo una parte di ciò. La scommessa rimane la stessa come sopra.
Questa situazione non gestibile viene interpretata com’è dalla dirigente stalinista del KKE. Hanno preso la decisione politica di proteggere il parlamento e l’”ordine pubblico” davanti ad esso. Un opinionista politico ha posto una domanda diretta :
“Se, in un dominio coordinato statale, il monopolio della violenza non è più esercitato dalla polizia ma con il suo consenso viene dato ad una parte della società (il KKE nel nostro caso), cosa significa questo?”
La risposta viene data da una combinazione di fattori nel contesto descritto sopra. La protezione del parlamento ad opera del KKE riflette alcuni accordi politici tra partiti e l’elite del dominio. Il partito comunista ha cercato di mostrare a tutti che possono gestire la situazione. Possono mantenere la pace sociale. Sono rimasti li, davanti al parlamento e hanno cercato di dire a tutti : “Noi siamo qui, e ciò è il modo di esprimere la vostra protesta e se non fate come diciamo, allora voi anarco-fascisti siete membri del parastato e provocatori”.
Questo schema retorico è allineato con il modo dominante dei media e dei partiti che interpretano gli scontri per le strade. Il KKE ha preso posizione, con le parole e i fatti, dalla loro parte.
La maggioranza dei cosiddetti radicali di sinistra (dentro e fuori il parlamento) include nei suoi discorsi i punti del KKE, cercando di tenere la distanza dalle molotov che sono state lanciate contro la parte militante dei sindacalisti e tenendo viva la delusione riguardo al ruolo del KKE e della “proposta comune”.
“Le barricate sono un misto di dolore e idee”
Io veramente non posso immaginare cosa questi pazzi stalinisti hanno nelle loro teste. Di una cosa sono sicuro. Che le verità delle frasi di Clausewits e Foucault saranno la regola principale che descriverà gli aspetti della vita sociale. Più il tempo passa e più sarà ovvia la formazione di due campi rivali. In uno ci saranno quelli che vogliono la continuazione della riproduzione delle relazioni capitaliste con ogni mezzo possibile, nell’altro chiunque voglia distruggerle. Questa è la riflessione più onesta e obiettiva che posso fare.
Resistenza – Autorganizzazione – Solidarietà
Per l’abolizione delle classi, delle relazioni sociali e i ruoli che il capitalismo ci ha affibbiato e imposto.
Un giovane compagno greco senza futuro