Primo comunicato, ottobre 2011 – una lettera aperta a tutti coloro che vogliono essere coinvolti
fonte: actforfreedomnow
traduzione: Cenere / Tomo
Durante le massicce rivolte inglesi in agosto è stata rotta una finestra degli uffici di un giornale di destra a Bristol, per la quale gli sbirri hanno ricercato un sospetto riportando una traccia di DNA come prova. Questo ha portato ad un raid in uno squat locale. Gli sbirri non hanno trovato la persona che stavano cercando, Huw “Badger” Norfolk, ma hanno fatto un’investigazione politica e sequestrato computer, telefoni e fogli. Il giornale, nel quale naturalmente erano presenti i giornalisti durante il raid, ha cercato di avere un ruolo chiave nelle operazioni repressive locali della polizia, così come tutti gli altri giornali nel paese. Essi giustificano tutti l’omicidio poliziesco di Mark Duggan e scusano la brutalità quotidiana e il disgustoso comportamento della polizia, stampando fotografie sospette e diffondendo odio e vendetta, ecc. Il giornale, conosciuto come “Evening Post” è un quotidiano tipico di proprietà della Northcliffe Media (inizialmente Northcliffe Newspapers Group), è una grossa casa editrice di giornali regionale in Inghilterra e nell’Europa centrale e orientale, di proprietà della Daily Mail e General Trust. Nel Regno Unito, opera da più di 30 centri di pubblicazione, ed possiede anche 18 quotidiani.
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Actforfreedomnow! riceve e trasmette:
primo comunicato, ottobre 2011
Una lettera aperta a tutti coloro che vogliono essere coinvolti,
sono passati due mesi da quando l’esecuzione poliziesca di Mark Duggan ha spezzato il già fragile equilibrio del potere in Inghilterra, sbloccando un’orgia di disprezzo in tutta l’isola. Un bel po’ di frustrazione finalmente è traboccata e il sistema è stato travolto da una determinata insurrezione da un’ampia area di persone. Seguendo questi giorni e queste notti di attacchi sfacciati a Bristol (come in altri luoghi) una casa è stata soggetta di un blitz della polizia e i media hanno orchestrato scene come parte della loro operazione vendicativa per i colpi che hanno ricevuto durante la ribellione – se ne vanno senza l’ostaggio che cercavano là, ma ero al corrente del loro abbaglio per il fatto che sono nella loro lista dei ricercati.
Sono trascorsi due mesi di evasioni con successo, e intanto il vento dell’insurrezione soffia ancora in molte città e momenti – infatti, molti hanno cominciato prima di quest’estate. Ci sono stati anche due altri morti nelle mani della giustizia solo in agosto…
La mia decisione non è di accondiscendere alla mia persecuzione giudiziale, e saluto il D.C.I. Will White e i suoi simili che leggono questo dai nomi a loro noti qui ed ovunque in differenti parole e lingue: SBIRRI – MAIALI – ASSASSINI.
Io sono uno di quelli che semplicemente non può tollerare e non tollererà le condizioni sociali, economiche, morali, psicologiche, fisiche che non abbiamo creato nelle quali siamo nati in questo punto della storia. Non ho mai cercato di decorare i muri della mia cella con certificati, promozioni, premi sportivi, status-symbol presi in prestito dai benestanti sulla nostra fatica. Maledico quelli che si vendono così a buon mercato per compare sogni così privi di fantasia al costo di una possibilità di libertà veramente fatta da loro. Da quando da circa un anno questa riluttanza e rifiuto mi ha messo in conflitto, come innumerevoli altri, con quella realtà. E la nostra comprensione sta crescendo pari passo con la nostra furia.
Noi siamo i “ragazzi perduti” arrabbiati e delusi da false promesse, un’“incontrollabile gioventù” insoddisfatta a cui vengono offerti futuri meschini, la “componente inutile” che rifiuta o è esclusa comunque dallo stipendio-schiavitù o gli “elementi dirompenti” che combattono per distruggerlo da dentro, la “minoranza di combina guai” tra gli edifici della normalità obbediente-gerarchica-razzista-patriarcale, i “rivoltosi incappucciati” nella costante rivolta contro tutto ciò e altro. Noi siamo i vostri figli, e quelli della vostra società. Ed è tempo oggi per i componenti di quella società di decidere se saranno la mano che cerca di fermarci o la mano che accende la loro cospirazione per auto-determinazione.
Oggi siamo qui. Oggi lanciamo la nostra rabbia e la nostra anarchia contro le decisioni che questo ordine vuole imporci : un contratto aperto per venire rinchiusi nella gabbia della vita moderna, fatta di umiliante routine, sprofondata nella quieta disperazione nonostante tutte le distrazioni, condannata ad una inspiegabile solitudine, in un esilio interiore da ogni valore più grande, separata da ogni connessione con la Terra, con comodità da usare e poi scartare.
Ogni giorno, si è certi di affrontare una battaglia costante come individui che devono lottare per fare le proprie scelte contro il flusso della conformità e la sottomissione affibbiataci dai carcerieri della vita quotidiana – se la rivoluzione non è qui, davvero non è da nessuna parte. Viviamo con fierezza vite di ribellione e compassione, decisione e antagonismo, poesia e fuoco.
Dunque, nel mezzo di questa incessante guerra in corso in tutto il mondo – Io sono consapevole con piacere e con riconoscenza di cuore di tutti quelli che mi sono stati vicini, di tutti i ribelli che sono contro la violenza camuffata che è passività, la violenza camuffata nella soppressione delle ostilità e tensioni intorno a noi che urgono di essere realizzate. A quelli che fanno la scelta in diversi modi di rompere la linea quando tutto nella cultura dominante comporta silenzio, assicurandoci della loro forza e nutrendoci di desideri avvelenati della nostra stessa impotenza e insignificanza.
E ovviamente gli scontri continuano ed aumentano con la comprensione crescente che tutto ciò che desideriamo giace dietro alla rovina dei loro ruoli, il nemico continuerà a vendicarsi contro questa gente con ogni vile metodo che ha a disposizione: propaganda per svilire le nostre passioni e i nostri obiettivi; le leale “opposizione” di partiti politici e sindacati presentati come il modo democraticamente accettabile col quale dovremmo esporre le nostre richieste “estreme”; la sorveglianza, le infiltrazioni e l’invasione di nostri gruppi d’amici e degli spazi, gli interrogatori e le detenzioni dei nostri compagni in lotta.
Noi non dimentichiamo, e non perdoniamo.
Basta silenzio.
L’azione prenderà il posto delle lacrime.
Per la solidarietà e l’autorganizzazione
Huw “Badger” Norfolk
solo un altro fuggitivo.