# cenere
Dentro un circolo di poliziotti armati e mascherati e dozzine di agenti in borghese
Dodici agenti travisati EKAM (forze speciali) con le armi automatiche puntate, vestiti come ninja, 8 dei quali dentro l’aula, anche vicini ai posti dei giudici, e gli altri quattro fuori la porta. Circa cinquanta agenti in borghese, venti dentro l’aula, in modo da occupare metà dei posti a sedere, e il resto all’ingresso e nel corridoio, con i loro panini e caffè nelle mani. Provocatori verso gli spettatori, anche verso i parenti degli accusati.
Ecco l’affresco della Mixed Sworn Court di Atene, nella mattinata di mercoledì, al processo di Simos Seisidis e Aris Sirinidis. Perché questa mobilitazione? Giusto nel caso il prigioniero fugga, uno che ha una gamba artificiale e cammina con le stampelle, e il cui trasferimento dalla prigione è stato condotto in ambulanza? Cose ridicole. Semplicemente, bisognava creare un clima, visto che non era un processo normale, ma un processo di pericolosi “terroristi”.
Un clima al quale hanno partecipato insieme e con piacere il presidente e i regolari membri della corte, che hanno preso in esame la richiesta degli avvocati, che chiedevano il ritiro dalla stanza degli agenti mascherati. I giudici hanno rifiutati la richiesta (non hanno nemmeno acconsentito alla privazione del passamontagna!) e quindi l’udienza è iniziata con gli accusati, gli avvocati, la corte e i giornalisti all’interno di un circolo di poliziotti mascherati e armati, con armi automatiche in mano. I principali testimoni difensivi di Bokos e Stefos hanno testimoniato, anche se contraddetti dai loro stessi colleghi Karabekos, Moshos e Barianos (tutti agenti di polizia).
Bokos è quello che a sparato a S. Seisidis a sangue freddo. Era nella zona con la volante, ha detto, perché avevano ricevuto la segnalazione di una rapina al negozio Praktiker ad opera di due individui vestiti di nero. Seisidis e Sirinidis hanno attirato l’attenzione perché stavano camminando nervosamente! Alla segnalazione che essi vestivano di colore chiaro lui ha risposto che si erano cambiati. Riguardo a Seisidis lo ha descritto come superman: si è girato e ha mirato con la sua pistola, senza girare le gambe! Ha dovuto giustificare cosi il fatto che il proiettile veniva dalle sue spalle. Anche se tutto fosse successo in un istante, lui subito ha capito quale tipo d’arma avesse (più potente della sua, che spara 17 proiettili quando si preme il grilletto, come ha detto). E perché Seisidis non gli ha sparato? Perché il suo “colpo immobilizzante” ha raggiunto Simos prima che questi sparasse. Appena ha visto Seisidis girarsi, senza girare le gambe, come se avesse dei cuscinetti al girovita, e mirandolo, lui – più veloce di una star di un film spaghetti western – ha estratto la pistola, si è accovacciato, ha sparato e subito è fuggito per ripararsi dietro una macchina parcheggiata. E su come poteva il proiettile che ha colpito Seisidis essere diretto da dietro verso avanti e dall’alto verso il basso, la risposta è stata che lui non lo sapeva! Quando gli è stato chiesto come spiegasse la mancanza di impronte o materiale genetico o altro sugli oggetti confiscati, ha risposto – il genio – che ovviamente erano di un materiale sul quale impronte e materiale genetico non restano!
Il tipo è ancora sotto indagine. E’ stato inoltre trasferito e da poliziotto di strada ora lavora in “alcuni servizi di sicurezza al GADA” (stazione centrale di polizia ad Atene), che ha rifiutato di nominare! Il collega nella volante di Bokos, Stefos, è stato obbligato a cambiare subito la sua testimonianza al GADA dopo l’incidente, al fine di sostenere la versione del collega. Al GADA poco dopo l’incidente, lui ha testimoniato che Bokos prima si è nascosto dietro una macchina parcheggiata e che dopo è rispuntato per poco e ha sparato a Seisidis. In aula ha testimoniato che Bokos si è abbassato, ha sparato e dopo è corso per ripararsi. E come giustifica le testimonianze completamente diverse? I suoi colleghi che hanno preso le testimonianze hanno fatto un errore!
Entrambi, comunque, sono stati contraddetti da Karabekos, che era parte del gruppo nella seconda volante. La sua descrizione non lascia alcun dubbio che Seisidis ha ricevuto un colpo a sangue freddo da Bokos, senza motivo di essere in pericolo, visto che era coperto. Come ha dichiarato, lui ricorda l’incidente per immagini:
Prima immagine, Bokos dietro la macchina parcheggiata e Seisidis con la schiena rivolta verso Bokos.
Seconda immagine, lo sparo, del quale non ha subito capito la provenienza.
Terza immagine, Seisidis che cade di schiena per terra. E in base alla posizione dove è stato trovato Seisidis profondamente ferito, si contraddice quanto detto da Bokos e Stefos, che dice che lui è caduto in avanti.
Moshos è quello che ha arrestato Seisidis ed è stato chiamato per spiegare la “resistenza” per la quale è anche accusato. La sua risposta ha rappresentato un monumento di scienza giuridica: lui non si è fermato all’ordine di fermarsi della polizia per il controllo (!) bensì è fuggito e aveva una pistola! Comunque, la guardia speciale Barianos, che era di turno in piazza Keramikos dove è stato arrestato Aris, ha detto che lui non causava alcun problema ed era collaborativo (in senso ragionevole) agli ordini della polizia.
Il processo continuerà nella mattinata del 30/9