Parole dei membri della CCF sul trasferimento di G. Tsakalos


*actforfreedomnow

# cenere

Ieri, 20 maggio, l’improvviso trasferimento di Gerasimos Tsakalos, membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, alla prigione di Corinto. Il trasferimento è stato fatto con tale fretta che la roba di Gerasimos è ancora nella prigione di Malandrino. Gli ordini del ministro della giustizia continuano ad intensificare il particolare regime speciale della nostra detenzione e del nostro isolamento politico. Dopo i nostri trasferimenti in otto prigioni diverse (Grevena, Corfù, Komotini, Domokos, Tebe, Koridallos, Malandrino) e il “collocamento” di molti di noi nei bracci protetti (dedicati a spie e stupratori) adesso si aggiunge anche il trasferimento a Corinto.

Le prigioni di Corinto sono soprattutto “prigioni ufficiali” dove molti prigionieri mantengono una meravigliosa relazione di collaborazione con le guardie. Questa tattica di una doppia prigione mira ad una permanente guerra di nervi che sicuramente non rimarrà senza risposta. Già dai primi momenti dall’arrivo di Gerasimos ci sono state ripercussioni. I secondini durante la perquisizione hanno chiesto al nostro compagno di “levarsi le mutande”. Ovviamente hanno ricevuto il suo totale e non negoziabile rifiuto.

Il tipo di perquisizione mira all’umiliazione di ogni prigioniero e costituisce una dimostrazione di potere da parte delle guardie.

Gerasimos, con il suo rifiuto, ha reso chiaro a loro che le loro minacce non avranno la sua dignità. Tutto ciò gli è costato due ore di isolamento e poi agenti ed impiegati, ponderando ovviamente le conseguenze, lo hanno messo in una cella insieme ad altri quattro, il che significa “stare” per terra.

Queste tecniche di punizione non ci fanno dimenticare, né ci fanno dimenticare noi stessi. Noi resteremo per sempre ammutinati e impegnati nella lotta contro l’autorità.

IL COMPAGNO GERASIMOS TSAKALOS NON E’ DA SOLO

NULLA E’ FINITO, TUTTO CONTINUA

P.S. Nello stesso momento il compagno Theofilos Mavropoulos è ricoverato e sorvegliato in ospedale dopo gli scontri con i poliziotti a Pefki. Sappiamo tutti le “cure” speciali che i porci riservano ai compagni feriti.

Il massimo che possiamo fare è di sottolineare che lui non va lasciato solo. Il suo caso e la sua rara audacia nemmeno, non permetteremo che nulla passi sotto silenzio.

E’ la realistica stima di forza di ogni persona che si ribella e che passa dalla disobbedienza all’attacco.

21 maggio 2011

Organizzazione Rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco

 

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