CCF – Lettera di Gerasimos Tsakalos


* actforfreedomnow

# cenere

Io rimango libero anche se prigioniero…

Sabato 21 maggio, mentre ero stato trasferito qualche giorno prima dalla prigione di Malandrino a quella di Koridallos per l’esame formale dei 6 mesi di detenzione, mi hanno convocato per un altro trasferimento.

Comunque Hollywood ha ispirato la compagnia (forze speciali, volanti, un furgone speciale per il trasferimento) a Malandrino, fino alla prigione di Corinto. Per quelli che non lo sanno, nel mondo della detenzione, il negozio correzionale di Corinto è considerato come un modello di prigione controllata dove la maggior parte dei prigionieri mantiene relazioni “familiari” con le guardie.

Le motivazioni del mio trasferimento sono ovvie. Il trattamento speciale riservato dal Comitato Centrale dei Trasferimenti che è subordinato al ministro della giustizia, a tutti i membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, con i nostri trasferimenti in otto prigioni diverse, non ha ancora finito la sua furia vendicativa contro di noi.

Appena arrivato a Corinto, ho reso esplicito che per motivi di dignità, visto che la questione non è che io voglio scegliere le prigioni, che mi rifiuto di stare in questo negozio correzionale dove spesso non distingui chi è la guardia e chi il prigioniero.

Io mi sono rifiutato anche di assecondare le pratiche umilianti dei collaboratori durante la perquisizione, ignorandoli totalmente. Per la mia disobbedienza mi hanno spedito in isolamento per 2 ore e poi mi hanno “collocato” in cella con altri 4 prigionieri, senza un letto il che significa dormire per terra.

Dal primo momento della mia prigionia ho scelto di non essere il “bravo ragazzo”, né l’”ideologo” della prigione. La questione, per me così come per ogni prigioniero dignitoso, non è “trascorrere pacificamente la condanna”, è come se permettiamo che le nostre vite vengano chiuse per diversi anni quanti lanciati dai giudizi-papponi. Come se diventassimo ombre di persone dimenticate dagli altri fino a quando vengono dimenticate anche da se stessi. Come se diventassimo una sola cosa con l’infinito andare e venire dei nostri passi meccanici nelle aule, andando da nessuna parte.

In ogni caso il lupo è ancora sveglio dentro di noi. Non ho mai accettato di essere una individualità rinchiusa e sono molto bene che il primo passo verso la libertà adesso e sempre è conquistato tramite la consapevolezza che ignora le proibizioni della società e della prigione.

Ecco perché oggi 23 maggio mi sono rifiutato di entrare in cella e sono stato condotto nella stanza disciplinare. La mia decisione è definitiva e irrevocabile. Richiedo il mio immediato trasferimento dalla prigione di Corinto. E so che la mia piccola insubordinazione viene registrata tra le dozzine di altre “anonime” insubordinazioni, di prigionieri dignitosi dei quali non abbiamo mai saputo i nomi, incise nelle pareti delle stanze disciplinari e di isolamento.

Queste azioni possono costituire un luogo comune di incontro con tutti quelli che non scontano passivamente i giorni rimasti della loro condanna, e che invece si scontrano giornalmente con il meccanismo della prigione, restando liberi anche da prigionieri.

Le persone responsabili e soprattutto quelli del Ministero della Giustizia e del Comitato centrale dei trasferimenti devono sapere che, come è stato scritto, “Il nostro giorno verrà…”

Dopo tutto ciò oggi, 24 maggio, il mio trasferimento disciplinare è stato deciso. Era quello che cercavo.

Gerasimos Tsakalos

Membro della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Stanza disciplinare della prigione di Corinto.

PS. Il mio pensiero viaggia ed evade dalle mura della stanza disciplinare e raggiunge l’ospedale Erithros Stavros dove il compagno Theofilos Mavropoulos è ricoverato dopo lo scontro con i poliziotti a Pefki.

Compagno tieni duro.

Oggi, come mi hanno detto alle ore 18, ci sarà un presidio solidale fuori l’ospedale.

Queste azioni dimostrano che NESSUNO E’ DA SOLO E MAI LO RESTERA’.

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