# cenere
Il 4 aprile 2011 un gruppo di persone si è fermato fuori l’abitazione del procuratore d’appello speciale Konstantinos Baltas (che gestisce il caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco), nella periferia nord di Atene, ha urlato slogan e gettato volantini. 13 sono stati arrestati dopo la fine dell’incursione.
“I giorni di questa società sono contati, i suoi diritti e il suo fascino sono separati in due parti delle quali si vuole la loro distruzione”
Martedì 5 aprile dietro le mura delle prigioni è arrivata la notizia che alcuni compagni hanno realizzato un intervento dinamico fuori la casa del procuratore d’appello speciale K. Baltas nella zona di Maroussi, il quale gioca il ruolo di inquisitore nei casi della guerriglia urbana. I compagni con questa azione ribaltano i termini del “gioco”. Se la mafia dei procuratori speciali e dei pubblici ministeri visto che si crede al sicuro per via dei suoi uffici sorvegliati pensa di poter imprigionare la libertà e l’audacia indomita di quelli che attaccano la democrazia degli amministratori e di dare anche fastidio ai loro parenti e amici, senza subire rappresaglie, si stanno prendendo in giro da soli. La “visita” dei compagni dimostra che gli inquisitori della legge, oltre a nomi, hanno anche case e indirizzi.
Comunque, proprio qui, per qualcuno vale la pena realizzare la libertà della democrazia, purché si stacchi per un po’ la presa televisiva, che loro hanno installato permanentemente nelle loro teste. Dopo l’incursione dei compagni i codardi porci della DIAS (che quando finiscono il turno si levano le mostrine per non essere riconosciuti) hanno arrestato 13 di loro. Le accuse riguardano la distribuzione di messaggi rivoluzionari e solidarietà. E’ facile per chiunque capire che lo psico-polizia non è un distante scenario fantascientifico.
Semplicemente, gli attestati di opinioni del periodo dopo la guerra civile trovano un nuovo nome negli anni del colpo di stato democratico.
Noi dall’interno delle prigioni inviamo con gioia i saluti più forti all’azione dei compagni ed esprimiamo loro la nostra illimitata solidarietà. Perché consideriamo la solidarietà come un processo di riconoscimento tra “colpa” in caso di libertà, come un continuo sviluppo e interazione, visto che ci ritroviamo anche se solo mentalmente in una comunità di idee, scelte e pratiche. Ciò non ha nulla a che fare con le definizioni politiche, ma con la posizione essenziale di battaglia contro il sistema. Il riconoscere che la lotta degli altri sia una ulteriore pugnalata ai fianchi dell’autorità.
SOLIDARIETA’ AI 13 ARRESTATI
O CON LO STATO, O CON LA RIVOLUZIONE
COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO
Olga Ekonomidou
Giorgos Polidoros
Damiano Bolano
Giorgos Nikolopoulos
Christos Tsakalos
Gerasimos Tsakalos
Panagiotis Argirou
Haris Hadjimihelakis
Mihalis Nikolopoulos
mercoledì 6 aprile 2011