La marcia di mercoledì 30 marzo ha seguito il percorso dall’angolo tra Arturo Prat e Alameda, fino a giungere al Mapocho. Durante tutto il tragitto c’è stato un forte assedio delle forze di polizia, senza tuttavia impedire la realizzazione di blocchi stradali con il fine di denunciare le menzogne della procura, incarnate nella montatura chiamata “caso bombas”, che mantiene i nostri cari in prigione da oltre 7 mesi ed in condizioni punitive. Al fine di ottenere la libertà, le individualità arrestate portano avanti uno SCIOPERO della FAME a tempo indeterminato. Tale misura, che pone i loro corpi come trincea, è ormai giunta a quasi 40 giorni. Per questo: è imperiosa la diffusione della loro situazione.
Un abbraccio a qualsiasi individualità che, malgrado il terrorismo di Stato, mantiene la testa in alto e solidarizza con lo Sciopero della Fame in diversi luoghi del pianeta e nelle maniere più diverse.