Grecia – Lettera di Stella Antoniou

* http://actforfreedomnow.blogspot.com/2011/02/text-by-stella-antoniou-arrested-on.html

trad. Cenere

Il 4/12/2010 sono stata arrestata fuori casa mia in Platonos Street a Kalithea, casa in cui vivevo con il mio compagno Kostas Sakkas. Mi hanno trattenuta per 3 giorni senza dirmi perché, non permettendo né a me né ai miei co-accusati di avere un avvocato, siamo stati trattenuti 6 giorni nelle celle del 12° piano della stazione di polizia di Atene, con la luce accesa 24 ore su 24, senza finestre, cosa che negava lo scorrere del tempo. Quando mi sono rifiutata di dare le impronte digitali e un campione di DNA, mi hanno strattonata e strappato via la maglietta, apparentemente per prelevarlo.

Alla fine, il 10/12 sono stata condotta nella prigione femminile di Korydallos, Atene, come membro di un’organizzazione il cui nome e le cui azioni erano sconosciute a me tanto quanto all’accusa. Prima di tutto, voglio chiarire che non riconosco il termine “organizzazione terrorista” assegnato alla rivolta dallo stato. Ma riconosco chiaramente un’organizzazione criminale, che in contrasto con l’”organizzazione” della quale mi accusano, si chiama DAEEB (Direzione responsabile dei crimini speciali di violenza) e risiede al 173 Alexandras Avenue, perché sappiamo bene che non può esserci un’organizzazione armata di 6 persone che non si incontrano (come dicono nel fascicolo costruito), 6 persone che nemmeno si conoscono. Io faccio parte del movimento anarchico, e sono fiera della mia partecipazione all’azione all’interno di esso.

Lo stato sta facendo dell’imprigionamento degli anarchici un fenomeno del nostro tempo, che loro abbiano prove, incomplete o nessuna, non è importante perché io credo che nessun combattente dovrebbe essere imprigionato. Ma adesso stiamo facendo i conti con questi fascicoli costruiti e casi polizieschi, in collaborazione con i Media e quelli che operano come sbirri, che parlano di specifiche organizzazioni inesistenti, ecc. Loro hanno definito la mia casa “giafka Kallithea” (covo di Kallithea) nel senso che quando c’è qualcosa di “illegale” in una stanza, lo spazio diventa un giafka. Hanno parlato circa lo smantellamento di un’organizzazione, che è collegata ad un’altra organizzazione, ed eventualmente, sfortunatamente per loro, le armi sono “pulite” e l’organizzazione non ha nome. Hanno pubblicato mie lettere personali, presentando falsi profili, assegnandomi un ruolo in questa presunta organizzazione. Con grotteschi titoli come “ha pagato per il suo amore” o “amore” nel covo, hanno diffuso un presunto dramma personale, sperando di vendere i loro gossip alle pagine scandalistiche. Hanno scelto di evidenziare specifici pezzi della mia dichiarazione … aggiungendo parole che non ho detto … senza menzionare alcuna traccia della connotazione politica che ho dato alle risposte.

Ma la storia non finisce qui. Devo affrontare la falsa testimonianza di una poliziotta della stazione di polizia di Kallithea, che mi ha raggiunto due settimane dopo la custodia cautelare. La testimone dice che uno o due giorni prima dell’arresto … camminavo nella stazione di polizia di Kallithea, andando nel dipartimento che conduce al magazzino delle armi, con l’apparente obiettivo di mappare la zona, con un occhio al futuro furto di armi … Ed ecco le domande:

– Perché mi hanno permesso di entrare in una stazione di polizia cosi facilmente?

– Per quali motivi ho deciso di andare a volto scoperto in un dipartimento e cercare armi?

– Le stazioni di polizia non hanno videocamere all’esterno dell’edificio? Dov’è la registrazione delle videocamere che mi riprende mentre entro nella stazione di polizia?

Questo fatto è un piano dell’organizzazione criminale DAEEB? (Direzione responsabile dei crimini speciali di violenza)

Io penso che la mie accuse, così come quelle di altri combattenti sociali, rispecchino l’instabilità socio-politica attuale, data dalla crisi economica, parte dello stato pianifica alla realizzazione di un clima di paura e VERO TERRORISMO. E questo sembra poco in confronto alle lunghe e prolungate azioni della cricca criminale che ho menzionato : Puntando le loro pistole contro ragazzi di 15 anni, contro persone che non si fermano ai posti di blocco, sparando alla schiena dei compagni in fuga, uccidendo a sangue freddo militanti combattenti.

In un tempo dove la pazienza del mondo è esausta e varie parti della società hanno iniziato ad agire, il potere sta cessando di avere pretesti rudimentali, culminando nell’imprigionamento di compagni anarchici con la sola prova “aggravante” che tutti questi anarchici in prigione sono prigionieri politici! Quindi privando tutti noi anche del diritto di difendere la parte più importante del nostro essere, la nostra identità politica. Stanno cercando di eliminare la parte più radicale di questa società tramite la costante cattura dei combattenti, credendo di potere negarci ciò che nessuno può toglierci:

LA PASSIONE PER LA LOTTA, LA SOLIDARIETA’ E LA LIBERTA’

NESSUN COMBATTENTE OSTAGGIO DELLO STATO

LIBERTA’ PER TUTTI QUELLI CHE SONO IN CELLA

Stella Antoniou

Prigione femminile di Korydallos

Braccio B, cella 35

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