* http://actforfreedomnow.blogspot.com/2011/02/letter-from-prison-by-anarchist-fee.html
trad. Cenere
Dietro le sbarre…
Qualche volta anche lo scenario più pazzesco diventa realtà, e infatti sono in carcerazione pre-processo nella prigione femminile di Korydallos (ad Atene) nello specifico per aver posseduto testi già pubblicati, e perché sono anarchica. Ovviamente, la lista originale di accuse contro di me è cresciuta, con l’aggiunta di un crimine estremamente serio – vale a dire la connessione tra me e gli anarchici imprigionati come “prigionieri politici”. Questi sono i risultati su cui si è basata la decisione della Commissione per i reati minori (la quale aveva ordinato la carcerazione pre-processo di Fee), gli unici risultati con cui mi hanno mandato in prigione. Non sono sorpresa e mi chiedo, se ciò che sto vivendo non è una persecuzione politica, allora come potrebbe esserne una? Forse tutto le persecuzioni contro i compagni sono basate solo sulle loro relazioni e le loro idee non sono politiche. Forse anche quando la detenzione di persone in attesa di processo in prigioni ad alta sicurezza, o celle sotterranee, sono fenomeni casuali, interamente sconnessi all’identità politica dei detenuti. Da non dimenticare la trasformazione dei processi politici in tribunali militari operativi sotto circostanze speciali, in assenza degli accusati e con il trattenimento dei documenti della gente che ha scelto di partecipare…
Ci state prendendo in giro?
La stessa autorità si libera del dualismo tra innocenza e colpevolezza, lo stesso dualismo che ha usato per molti anni al fine di dividere il fronte degli oppositori tra buoni e cattivi, legale e illegale. Da adesso, tutto è relativo; le linee di confine diventano vaghe e chiunque resista viene messo tra i colpevoli. Chiunque è potenzialmente imprigionabile nelle ospitali celle delle prigioni greche.
Il divide et impera non è più necessario, la giunta è da ora priva di vergogna, la gente è di nuovo divisa in due parti. Gli sfruttati e i potenti.
In questa situazione, non contano solo le azioni ma anche i pensieri. Libri e pubblicazioni vengono considerati come pericolosi e ci dobbiamo aspettare la nuova diffusione de l’”indice dei libri proibiti” (elenco di libri proibiti dall’Inquisizione). Il termine anarchico/antiautoritario viene criminalizzato e sicuramente necessita di essere riconsiderato in quanto sovversivo. Questo è un tentativo di mettere a tacere e di sbarazzarsi non solo di chi lotta ma anche delle idee e dei nostri ideali, le idee veicolate dai nostri testi.
Al momento tutto ciò è estremamente pericoloso.
Pericoloso perché nei tempi in cui viviamo un nuovo totalitarismo liberale ha fatto la sua comparsa; una giunta perfettamente post-moderna e sempre socialista.
Pericoloso come il numero in aumento della gente che resiste, si relaziona, riconoscendo l’importanza di una lotta multiforme.
Dai dignitosi residenti di Keratea e le zone vicine, i 300 migranti in sciopero della fame che richiedono l’ovvio sogno di vivere con la completa coscienza della loro classe, agli scioperanti del sistema di trasporto di massa e altri settori lavorativi che rifiutano di chinare il capo al ricatto dei loro padroni; il movimento “Io non pagherò”, i cui membri stanno affrontando la prigionia. Loro come molti altri e altri ancora….
Questa giunta non ha niente in confronto con le precedenti perché da queste ha adottato il vantaggio militare delle veloci, versatili e onnipresenti forze di “Sicurezza” e la sicurezza parastatale che gira intorno, armata, incappucciata e anonima – specializzata nella caccia e nella tortura di chi lotta; specializzata nel vero terrorismo. Terroristi con metodi vecchi e nuovi, arresti in mezzo alla strada con effetti cinematografici, pubblicazioni di fotografie anche prima che le accuse vengano mosse (il recente caso del compagno K.S. a Salonicco), gruppi inventati senza nome né azioni vengono inclusi nella lista delle accuse contro i compagni; leggi antiterroriste con clausole speciali, più leggi, più incarcerazioni.
L’intero clima è sostenuto e diffuso tramite i media che assumono il ruolo che lo stato non sarebbe capace di sostenere da solo. Con bugie su bugie, show televisivi con celebrità indifferenti che mirano ad annebbiare la gente e ad offendere l’intelligenza di chi li guarda, loro provano da un lato a dividere e terrorizzare e dall’altro a tenere sedate le persone e a subordinarle ad un sogno al risparmio.
In questo momento, per tutte queste ragioni, la solidarietà come direttiva principale che unifica il fronte dei repressi diventa un valore ancora più grande. Solidarietà significa vicinanza, non accettabilità: il riconoscimento di comune terreno dello stato della nostra lotta. La fondamentale virtù politica di una maggiore organizzazione sociale combinata con la massima soddisfazione individuale.
Saluti militanti, la mia amicizia e i miei pensieri vanno a tutti i compagni e amici dietro e fuori le sbarre – tenete duro! Perché fino all’abbattimento dell’ultima prigione e alla libertà totale, nessuno è libero. Dato che l’ora più buia precede solo l’alba!
Fee Meyer
Cella 35, Braccio B
Prigione femminile di Korydallos