I. “Nei giorni a venire dove essi proveranno..”
“A chiunque passi di fronte ad un tribunale o ad una prigione e il suo sguardo si oscura nel pensiero di potersi trovare lì come colpevole, sceglie di non vivere la sua vita con integrità e dignità”
L’attacco alla corte amministrativa è dedicato con tutto il nostro fuoco ai nostri fratelli (G. Tsakalos, P. Argirou, H. Hajimihelakis) della Cospirazione delle Cellule di Fuoco imprigionati. I nostri compagni e la leale minoranza di dignitosi rivoluzionari politici e civili, non sono solo un pezzo della nostra lotta, non sono solo un aspetto della nostra azione, ma le loro scelte, i loro comportamenti e la loro dignità sono la lotta stessa nella sua interezza, loro sono la sostanza.
La giustizia è una ragnatela, che cattura piccole prede e le ingoia, mentre permette ai grandi rettili di penetrarla e di dominarla. Chiunque sia in disaccordo può visitare le prigioni e vedere tutti i tossicodipendenti e i poveri diavoli che le riempiono e invece guardarsi attorno per trovare qualsiasi uomo d’affari o politico che è responsabile per la più grande rapina e il degrado più brutale delle nostre vite. Dunque in vista dell’udienza prevista per il 17 Gennaio per la nostra organizzazione rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco, saremo incisivi e implacabili nelle nostre scelte ed azioni.
Se qualcuno ritiene che i nostri fratelli siano prede facili e una pietanza nel menù delle condanne o che essi desiderino contribuire a pagare a caro prezzo il conto, vogliamo informare che siete solamente degli stupidi e che da ora la vostra sicurezza è in pericolo immediato. Quindi sarebbe opportuno nel processo alle porte che i giudici indossino neri passamontagna e che i loro nomi non siamo menzionati sempre e comunque. È una “sfortuna” che il sistema lasci che i suoi burattini siano obiettivi così facili e pensi che possa farla franca così facilmente. È una “vergogna” per queste “persone” aver bisogno della protezione della polizia 24 ore al giorno ed essere spaventati di aprire una lettera o un pacco. È una “vergogna” credere che essi possano dormire con la coscienza pulita quando le loro decisioni sono una copia carbone dei fascicoli dell’AntiTerrorismo al fine di giudicare la Cospirazione. Per giudicare un’idea, una proposta, un piano che fa qualcosa di bellissimo contro questo mondo.
Moderni giudici-inquisitori, noi promettiamo pubblicamente che per ogni anno di prigione che sentiranno le orecchie dei nostri fratelli, noi metteremo un chilo di esplosivo nei cortili delle vostre case, nelle vostre macchine, nei vostri uffici, e non escludiamo incontri faccia a faccia per incontrarvi, usando l’elemento sorpresa. Pensiamo che il mondo è piccolo e prima o poi ci incontreremo, presto o tardi. Inoltre, come è stato giustamente annunciato dall’Unione dei Giudici e dei procuratori, nello stile di un migliaio di cardinali, “il momento di crisi verrà per tutti noi allo stesso momento..”. Solo adesso è tempo per i “giudici” di essere giudicati per tutte le loro spregevoli azioni che hanno commesso. Da quando non vi vergognate di essere l’avanguardia del sistema contro l’insorgenza che sta arrivando, faremo certo in modo che sentiate il nostro risentimento e il disprezzo per il vostro sporco lavoro. Se qualcuno pensa che giudicare idee e perseguitare i rivoluzionari sia solamente il loro lavoro, noi trasferiremo il “nostro lavoro” nelle loro case.
Ovviamente la guerra che conduciamo contro la corrotta mafia giudiziaria non è limitata ai casi che ci riguardano, saremmo ipocriti e mentalmente ottusi se non considerassimo i crimini della giustizia nel suo complesso.
Noi comprendiamo il calvario nei tribunali da parte di migliaia di persone e delle rispettive famiglie. Consideriamo la “giustizia” come una particolare scelta di uniforme, autorità e denaro, e non la verità. Non tutti i “criminali” sono “colpevoli” o i giudici “innocenti”. Anche se ci fosse una piccola minoranza di giudici che non prendono mazzette, che non chinano il capo davanti ai capi politici, che non accettano i rapporti della polizia come delle decisioni predeterminate, bisogna sapere che senza liberti non c’è giustizia. Anche solo tramite la loro posizione contribuiscono ad un sistema oppressivo e illiberale ed ecco perché essi sono i nemici della libertà. Quante volte i “virtuosi controllori della legge” hanno condannato senza prove evidenti. Un esempio è il recente processo definito dai media “crime syndicate”. Già mesi prima i giudici da televisione con la loro procedura “democratica” di rendere note registrazioni telefoniche avevano stabilito il verdetto. “COLPEVOLE” … Allo stesso tempo uno degli imputati si è chiaramente preso la responsabilità per il rapimento di un magnate delle spedizioni scagionando così gli altri, anche se alcuni erano già in carcere quando il rapimento è avvenuto. Ma l’esito del processo è un segreto per il pubblico visto che è già stato predisposto nelle stazioni di polizia. Se qualcuno volesse cercare un vero “crime syndicate” e i suoi “covi” dovrebbe guardare in parlamento, nella Alexandras Avenue al GADA ( sede della polizia di Atene ), nelle ville e negli yacht dei ricchi. Ma questi non sono toccati dalla “giustizia”.
Inoltre non dimentichiamo come i giudici si risentano. Non è accidentale che la sentenza vendicativa per il giovane Chrisovalantis Pouziaritis con la dura condanna di 9 anni e 3 mesi per il suo coinvolgimenti negli scontri del 6 dicembre dell’anno scorso a Salonicco. Una sentenza basata solo sulle vaghe testimonianze dei poliziotti che lo hanno arrestato.
Ma anche quando “fanno” il loro lavoro, sotto la pressione di una rabbia diffusa, come nel caso del poliziotto Korkoneas (poliziotto che ha ucciso Alexandros Grigoropoulos il 6 Dicembre 2008) sappiamo bene che essi sono ipocriti. Essi sacrificano una pedina insignificante al fine di coprire la loro leadership. Perché anche la punizione più “giusta” puzza terribilmente quando è imposta da una autorità trionfante ed inumana. Inoltre, come abbiamo detto prima, dopo i nostri colpi alla prigione di Koridallos e al tribunale a Salonicco, ci opponiamo all’imprigionamento di ogni essere umano. La privazione della libertà è semplicemente tortura. Non siamo torturatori, come i Democratici. La soluzione alle cause contro merde come Korkoneas, viene dalla giustizia tenuta nelle proprie mani. Coloro che più hanno sentito la perdita del loro compagno A. Grigoropoulos dovrebbero decidere il “destino” del suo assassino.
Crediamo che la stessa fine, ovvero la giustizia nelle proprie mani, dovrebbe esserci per gli stupratori, pedofili, sfruttatori, fascisti e spie.
“Come rivoluzionari non riconosciamo alcuna autorità investigativa. Per questo siamo costretti a rifiutare di rendere conto ai poliziotti e agli investigatori, visto che la nostra posizione rivoluzionaria sentiamo di renderla nota solo al pubblico e ai nostri compagni. (P. Argirou – G. Tsakalos membri della cellula prigioniera della Cospirazione delle Cellule di Fuoco)
Terminando con il giudizio sulla mafia giudiziaria, crediamo che ogni dignitoso essere umano prigioniero che per qualsiasi motivo è “dentro” non deve fare “favori” ai giudici e non deve riconoscerli come capaci di giudicarlo. Perché è quello che loro vogliono con la “legalizzazione”, il loro riconoscimento come cerchia superiore di persone verso le quali il resto deve essere pienamente responsabile. Ma onorabili giudici dovreste sapere che i vestiti costosi che avete preso oggi dalle lavanderie hanno assorbito il sangue di migliaia di persone che avete torturato e rinchiuso in prigione senza una seconda possibilità. E questo sangue ricadrà su di voi… Questo perché consideriamo i criminali, gli amici vicini politicamente e i compagni che scelgono la via della dignità come una guida per disconoscere i propri inquisitori in ogni modo. Non c’è un solo modo, ma molti. Dal silenzio verso investigatori e giudici, al rifiuto di presentarsi in tribunale, trasformando il processo in una discussione pubblico con la diffusione dei valori rivoluzionari, all’attacco nelle aule di tribunale contro gli “onorabili giudici” sputando, gridando e lanciando oggetti, bicchieri, caffè ecc.
Per costringerli a stare dietro un vetro blindato, a muoversi con giubbotti antiproiettili accompagnati dai poliziotti travisati dell’antiterrorismo.
Il nostro primo appuntamento è quindi il 17 Gennaio. Saremo lì VICINO ai nostri fratelli della cellula prigioniera della Cospirazione e a tutti quelli che hanno dignità in questa lotta per rialzare la testa. Saremo lì con la nostra anima, il nostro cuore e le nostre menti. Perché altrimenti, cercheremo dei passaggi per riprenderci i nostri compagni ed essere di nuovo insieme domani nella lotta, NELLA NUOVA GUERRIGLIA URBANA.
Perché il nostro giorno verrà…
II. “Ma, qualsiasi cosa faranno non riusciranno mai ad imprigionare la mia coscienza rivoluzionaria. Qualunque cosa faranno non riusciranno ad impedire la mia continua produzione di discorsi radicalmente insurrezionali, nonostante le condizioni di carcerazione” (Harris Hadjmihelakis membro della cellula prigioniera della Cospirazione)
Qualche tempo fa una vasta mobilitazione ha preso piede nelle prigioni con la partecipazione di molti prigionieri che si sono astenuti dal cibo. Il fatto è passato come una “notizia insignificante” per i media, alcune controversie interne tra prigionieri hanno fatto sì che la cosa non venisse fuori e molti sono stati trattati con disappunto, mentre la leadership del ministro, con una furba mossa strategica, ha concesso una amnistia perziale alle sanzioni disciplinari così che “l’incidente può essere considerato concluso…”.
Noi come organizzazione rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco supporteremo sempre la lotta dei prigionieri e le loro mobilitazioni. Comprendiamo le circostanze difficili nelle quali migliaia di persone vengono torturate ogni giorno. Non commenteremo le istanze dei prigionieri considerandole ovvie e evidenti, perché essi conducono una lotta che è molto importante per gli esseri umani, la lotta per la libertà e la dignità. Ma non dimentichiamo che “ogni miglioramento delle condizioni non cambierà fondamentalmente la vita quotidiana perché la privazione della libertà è da sola una punizione costante” (detenuto V. Stefanakos). Nonostante queste schifezze, i direttori delle prigioni, lamentano che le camionette tornano dai tribunali piene di condanne complessive dai 300 ai 400 anni. Quindi è questo lo specchio della nostra società civilizzata, un grande magazzino di anime in condizioni disumane. Fino a quando tollereremo che le persone escano dalle prigioni nelle bare (le prigioni greche hanno il tasso di suicidi più alto). Fino a quando tollereremo una manciata di sub-umani che ci giudicano con leggi scritte dalle mani dei nostri esecutori e sfruttatori.
Ma in relazione alle mobilitazioni nelle prigioni è meglio che diciamo due parole nella lingua dei prigionieri senza discorsi inventati. Sappiamo che chi è dentro pensa di essere stato danneggiato dalla società. Ma invece di percorrere un cammino illegale e di cercare un modo per prenderlo, facendo la spia ai danni dei vicini, divide la comunità nei bracci della prigione, gli altri si guardano intorno e vedono che la prigione dipende da lui. Lui aggiusta le tubature, l’elettricità e tutti i lavori strutturali. Lui pulisce, cucina, tiene la prigione aperta. Sempre lui con il suo comportamento subordinato che lega gli altri intorno a lui, trasformandosi in un poliziotto del sistema. Sappiamo benissimo che la più grande minaccia alla libertà non è la privazione violenza attraverso la cattura, perché il prigioniero può combattere e vincere, ma la reale minaccia è la perdita di passione e di apprezzamento che hai per essa.
In prigione la cosa che uccide di più è il contesto. Un contesto di catene invisibili nella tua testa, un contesto di ora d’aria, i trasferimenti e le perquisizioni a sorpresa, le visite da dietro il vetro, la visione continua della televisione…
Ad esempio Koridallos, la più grande prigione del paese ha circa 2500 o forse di più prigionieri, mentre le guardie in servizio non sono mai più di 50 anche in una prigione aperta. Se tutti i prigionieri rifiutassero di cooperare con questi 50, rifiutassero di prendere parte al gioco del bastone e della carota, potrebbero abbattere le prigioni con le unghie durante la notte. Un rifiuto di cooperare e il sabotaggio delle loro procedure. Crediamo che ci sia già una lotta che è cominciata tempo fa senza di noi. Dalla bomba contro il direttore della prigione di Corfù alla bomba contro il direttore della prigione di Alicarnasso, dagli spari contro i secondini della prigione di Koridallos al pestaggio del direttore della prigione di Avlona, c’è rabbia e c’è memoria…La prigione, che è la pietra che il costruttore di legittimità getta via come inutile, può diventare il fondamento per l’edificazione di un nuovo mondo. I criminali dignitosi e i prigionieri politici possono combinare la loro esperienza e trasformare la prigione di uno scambio di saperi e conoscenze, per fare della mancanza di libertà una lotta ostinata, diventando la scintilla della polvere da sparo delle prigioni. Il linguaggio universale della violenza e della privazione della libertà ha scritto la sua storia sui corpi dei prigionieri. Recentemente 83 prigionieri sono morti nelle prigioni cilene. In rappresaglia, il gruppo anarchico “Commando di vendetta per l’8 Dicembre” ha attaccato il dipartimento tecnologico dei poliziotti in risposta alle morti nella prigione di San Miguel, mandando chiaramente il messaggio che in questa lotta nessuno è solo. “le gabbie non miglioreranno, vanno distrutte. Per la fine di questo, e di qualsiasi altra società.” (Monica Caballero, prigioniera anarchica in Cile).
III. Dalla teoria alla pratica.
Volendo unire la teoria alla pratica, per mandare il nostro Rispetto, la nostra Fiducia e Amicizia ai nostri fratelli P. Argirou, G. Tsakalos e H. Hadjmihelakis della cellula prigioniera della Cospirazione, all’anarchico rivoluzionario P. Massouras, all’anarchica K. Karakatsani, l’incendiario antiautoritario G. Skoulodis e i 4 compagni accusati nello stesso procedimento, il dignitoso e sincero combattente anarchico G. Dimitrakis, il dignitoso P. Giannou e la minoranza di brillanti criminali che non china il capo e cammina con dignità, come loro guida abbiamo scelto e deciso di colpire la corte amministrativa della mafia giudiziaria. Abbiamo fatto una mappa dell’area, abbiamo calcolato la distanza dalla clinica generale in modo che non succedesse la minima cosa, abbiamo visto i movimento e i cambi di turno delle guardie speciali poste tra la corte amministrativa e quella d’appello, calcolato il blackout che c’è alle 7:15 di mattina quando l’illuminazione stradale è ancora spenta e i tempi delle ronde dei maiali della DIAS intorno all’obiettivo, abbiamo espropriato i veicoli che ci servivano e siamo andati all’attacco. Abbiamo formato un gruppo operativo più che pronto a far fronte ad eventuali coinvolgimenti. Due veicoli di supporto hanno supervisionato entrambe le corti prima di collocare la moto con la bomba, e una volta parcheggiata, uno dei due veicoli ha fatto salire il compagno che aveva guidato la moto. La posizione del gruppo di supporto era tale che essi sarebbero stati capaci di neutralizzare le guardie nel caso improbabile che si sarebbero accorte di qualcosa, e inoltre di sorprendere eventuali forze di polizia (controlli dei conducenti da parte di moto della DIA o pattuglie per caso di passaggio). Sia la nostra posizione che la nostra superiorità di armi sarebbe stata sufficiente per disimpegnarci e uscirne illesi.
Come abbiamo detto prima parlando delle descrizioni operative di alcuni nostri colpi, facciamo questo per demistificare la sacrosanta tecnologia del potere.
Crediamo che nulla sia impossibile da fare se ci sono la volontà e l’organizzazione.
Siamo gli ultimi che vorrebbero ridurre il progetto rivoluzionario ad una logica militare della prevalenza dei più “adatti”. Per noi la questione non è essere i soldati più disciplinati, i più talentuosi ufficiali, tutto questo configura la rivoluzione come un contesto spettacolare, distante dalla vita quotidiana.
Quello che semplicemente diciamo ai nemici della libertà è che qualsiasi cosa facciano noi continueremo a colpirvi, a disturbare i vostri interessi, interrompere la vostra pace e colpire le vostre certezze e la vostra sicurezza.
Che cosa stiamo vendendo? Nulla.
Cosa vogliamo? Tutto.
Cospirazione delle Cellule di Fuoco – Commando Horst Fantazzini
05.01.2011
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versione in inglese: http://actforfreedomnow.blogspot.com/2011/01/conspiracy-cells-of-fire-commando-horst.html
traduzione dall’inglese: * cenere