Questi testi sono stati scritti dai tre compagni prigionieri politici per il “Caso Bombas” per l’iniziativa tenutasi il 5 novembre, a Valparaíso, in commemorazione dei 9 anni dalla morte del compagno Barry Horne.
In tale attività è stato proiettato un video in omaggio a Barry, realizzato nel 2006 da Fuego Cruzado. In seguito si è tenuto un dibattito sulla Liberazione Animale accompagnato da una buona fagiolata con pebre (salsa cilena – ndt), mostra e diffusione di materiale libertario.
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Mónica Caballero, prigioniera politica anarchica
Ricordo la prima volta che ho letto il nome di Barry… è stata in un giornale murale del Centro Social Okupado y Biblioteca Sacco y Vanzetti, dopo che nello stesso luogo ero stata invitata ad una iniziativa in commemorazione dei 5 anni dalla sua morte, in seguito sono venuta a sapere che molti gruppi ed individui salutano Barry ogni 5 novembre in tutto il mondo.
Ma… perché commemorare un altro anno dalla sua morte? Domanda che ciascuno dovrebbe porsi. Per me l’importanza di continuare con la commemorazione di questo compagno s’incentra non solo nel giorno della scomparsa fisica del suo corpo, ma soprattuto per quel che è stata la sua vita. Barry bisogna ricordarlo per quel che è stato… un guerriero, un sabotatore, un incendiario, un indomabile.
Molti possono pensare che quello della Liberazione Animale è uno slogan carino per una maglietta, parte integrante d’una estetica giovanile. Barry, a differenza della gran parte degli uomini sui 50 anni, ha preso delle posizioni radicali approfittando al massimo del suo vissuto, rendendolo sempre più intenso. Quel che per alcuni può essere una tappa della vita, per altri è la spinta a slanciarsi assumendosene le conseguenze. Barry l’ha fatto con la sua morte, giunta dopo diversi scioperi della fame. Se gli chiedessimo se siano serviti quegli scioperi, ci risponderebbe di sì.
Non possiamo sapere con certezza a quante azioni abbia partecipato, perché molte di esse le ha effettuate da solo, l’azione individuale sembrava essere una delle sue favorite, senza per questo impedirgli di organizzarsi con i suoi affini.
La Liberazione Animale non può separarsi dalla lotta contro qualsiasi forma di dominazione e di esercizio dell’autorità. La libertà non può esser segregata, ogni attacco al capitale, sia contro una banca o un rodeo punta contro lo stesso tipo di nemico. Non possiamo vedere gli altri animali come esseri inferiori o con compassione, pratica molto comune nella società delle merci e del cristianesimo, ma come equivalenti, assumendo come valore fondamentale l’empatia.
Come ha ben detto Keith Mann nel funerale di Barry “la Liberazione Animale non era nulla senza l’azione diretta ed il ruolo che tutti devono avere in essa”. Mentre leggete queste righe, migliaia di animali muoiono o sono torturati nelle forme più inimmaginabili. Qualsiasi forma di attacco è valida, sia un volantino o quel che v’ispira la vostra fantasia. Da qui posso solo dire a voi tutti/e di approfittare di passare all’azione finché potete.
Le nostre idee sono pericolose quando passano all’azione, altrimenti sono lettera morta.
Un forte abbraccio insorgente da una delle tante gabbie.
Alla memoria di Mauricio Morales e di Barry Horne, che vivano in quelli/e che lottano.
Per la fine della dominazione… sedizione e rivolta.
Mónica Caballero, prigioniera politica anarchica
dal Centro Penitenciario Femenino, Santiago del Cile
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Viejo Loco, prigioniero politico anarchico
Da diversi anni, in Cile, si ricorda questo guerriero della libertà, la memoria s’attiva a novembre per non dimenticar mai che è morto lottando dietro le sbarre per finirla con la vivisezione.
Barry è parte integrante di quell’interminabile successione di eventi, che tra di noi chiamiamo guerra sociale.
Barry come molti tra noi è un piccola frase in un grande libro che scriviamo noi ribelli da quando c’è la dominazione.
Barry è propaganda contagiosa, perché la miglior propaganda è vivere come dici di essere.
Barry è azione diretta, perché ha attaccato in prima persona lo sfruttamento e la mercificazione della vita.
Barry è ispirazione libertaria, per il suo comportamento permanentemente rivoluzionario e non per una falsa loquacità ricercata e diffusa.
Barry dirige la sua esistenza con le sue idee… potrei continuare a lungo, come potrei anche cambiare il nome di Barry Horne con quello del Punky Mauri, Marco Camenisch, Alfredo Bonanno, Gabriel Pombo da Silva, Severino Di Giovanni, León Czolgosz, Abraham López, Nikos Maziotis, Fanya Kaplan…
Ciascun ribelle ha un suo posto nei neri cuori dei guerrieri, ciascun ribelle è parte della scintilla incendiaria degli indomabili, ciascun ribelle ci sussurra all’orecchio che la lotta continua, sempre e quando continuiamo a ricordarli, come compagni coscienti e decisi e non come rivoluzionari idealizzati e irraggiungibili.
Saluti Anarchici
Viejo Loco, prigioniero politici anarchico
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Felipe Guerra, prigioniero politico antiautoritario
Potrei parlare di quanto sia duro e difficile uno sciopero della fame o della forza necessaria sostenuta dalle convinzioni? Ma fino ad ora il mio sciopero è durato, per fortuna, solo una settimana, in seguito ad un trasferimento.
Potrei parlare di quanto importante sia la Liberazione Animale nella vita quotidiana? Ma, onestamente, la mia alimentazione è vegetariana – da taluni considerata insufficiente. D’altra parte le accuse contro di noi non hanno una relazione diretta con la liberazione di animali o con il tentativo di bloccare il sistema che s’alimenta di vite animali.
Allora, cosa potrei dire e commentare? Gabbie, catene, manette, reclusione sistematica, schedatura del detenuto… sbarre, sbarre e sbarre, guardie e sorveglianza. Per diversi motivi e funzioni l’umano ha deciso di rinchiudere e di incatenare altri umani e migliaia di animali, la mutilazione della vita selvaggia s’è concretizzata in gabbie e tentativi di addomesticamento. S’incorpora la natura nella catena produttiva e gli animali come merce sono venuti ad acquisire un valore ed a riempire costruzioni gigantesche ed un macabro sistema produttivo basato sulle morti.
Oggi parla dal carcere, l’estirpazione delle libera mobilità, una minima parte della vita vissuta da migliaia di animali, basta su un principio fondamentale dell’attuale ordine sociale: la dominazione, la negazione totale della vita selvaggia.
Sono i lucchetti e le gabbie in se stessi degli strumenti di reclusione, e rinchiudere un essere umano o animale è un qualcosa che sconquassa. Genera, produce e riproduce Potere.
E’ la lotta di quel raccoglitore di spazzatura, in parte, una battaglia contro la reclusione e la dominazione perché senza di essa la Liberazione Animale non ha prospettive.
La memoria storica ricorda tutti quelli che hanno perso la vita, tutte le esperienze passate per render più fruttifero il nostro presente di lotta contro quelli che dicono di essere i nostri padroni.
Oggi ricordiamo Barry Horne, uno di quelli che è morto di fame in prigione, in uqelle stesse celle che in precedenza hanno visto lo spegnimento della vita di altri rivoluzionari di fronte all’intransigenza del Potere.
C’è posto in questo scritto per l’immenso affetto di alcuni compagni (gatti, cani e conigli) che hanno accompagnato la mia esistenza? La rabbia dinanzi alla morte di un vecchio gatto da parte di “sconosciuti alleati del potere” (vicini collaboratori o poliziotti perversi) in seguito alle perquisizioni? L’affetto è anch’esso un sentimento rivoluzionario… e questo sentimento è presente in ogni compagno. Con quelli felicemente sono assenti e con quelli la cui presenza ci inonda di forza.
La lotta continua fino a che non s’apriranno tutte le gabbie!!
Felipe Guerra, prigioniero politico antiautoritario