“Después del golpe mediático vienen los golpes físicos”
Cuando el orgullo revolucionario no claudica, cuando las mujeres y hombres que decidieron hacer de sus vidas un enfrentamiento a la opresión siguen consecuentes, aun en los momentos y lugares mas duros, el enfrentamiento es inevitable, hoy lunes 27 de septiembre devuelta del 11º juzgado se produjo uno mas de esos minúsculos combates por la manutención de del concepto de presx politicx, de esa herencia revolucionaria llamada cárcel combativa.
Los hechos:
Un gendarme me pide “amablemente” que baje la vista, lo sigo mirando fijo, reitera la orden, no la acato respondiéndole que no la bajo ante nadie, que soy un presx politicx. El amante de las rejas y cadenas empuja mi cabeza hacia abajo y me ahorca con una “llave” –mientras estoy esposado- gritándome que en esta “cana el paco la lleva” lo encaro diciéndole que es un simple carcelero, un mandado. Llega otro gendarme y me pega con golpes de puño en la espalda para luego apartarme a un costado de la fila, mientras da la orden de avanzar a la fila, dejándome al final, al pasar a su lado me pega un “cachamal” sumado a conceptos “caneros” despectivos, otra vez lo encaro para ver que tan “pollo” era y responde con un golpe de puños en mi cara, le tiro una patada y fallo, viene otro gendarme y me lanza un puntapié en el muslo derecho, lo insulto, mientras llega otro se interpone entre los dos llevándose al carcelero hacia delante y diciéndole algo al oído , fin de la golpiza.
Esta es una muy pequeña muestra del sistemático maltrato para con lxs rexs que se da en las cárceles del capital.
Con la fuerza intacta…..nosotrxs seguimos resistiendo !!!!
Aquí tenemos nuestros cuerpos, ustedes afuera… LA KALLE!!!
PRESXS ANARQUISTAS Y ANTIAUTORITARIOS EN HUELGA DE HAMBRE
Camilo Pérez Tamayo
Cárcel Sigo 1, “industria represión”
27 de Septiembre 2010
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Cile – Pestaggio del prigioniero politico anarchico Camilo Pèrez
“Dopo il golpe mediatico arrivano i colpi fisici”
Quando l’orgoglio rivoluzionario non claudica, quando gli uomini e le donne che hanno deciso di fare delle loro esistenze uno scontro con l’oppressione sono coerenti, anche nei momenti e nei luoghi più duri, allora lo scontro è inevitabile. Oggi, lunedì 27 settembre di ritorno dal 11° tribunale s’è verificato un altro di quei minuscoli combattimenti per il mantenimento del concetto di prigioniero politico, di quella eredità rivoluzionaria chiamata carcere combattivo.
I fatti:
Un carceriere mi chiede “amorevolmente” di abbassare lo sguardo. Io continuo a fissarlo e lui reitera l’ordine. Non gli obbedisco. Gli rispondo che non abbasso lo sguardo di fronte a nessuno, che sono un prigioniero politico. L’amante delle sbarre e delle catene spinge la mia testa verso il basso e mi soffoca con la mossa della “chiave” -mentre sono ammanettato- gridandomi che in questa “cana el paco le lleva” (in cileno: in questo carcere è lo sbirro che comanda – ndt). Rispondo dicendogli che è un semplice carceriere, un servo. Arriva un altro secondino e mi picchia con dei pugni sulla schiena per poi separarmi dalla fila, dando l’ordine alla fila di avanzare. Alla fine mi lascia, ma mentre passo al suo fianco mi sferra un colpo sulla testa oltre ad insultarmi pesantemente. Lo affronto di nuovo per vedere quanto è “pollo” ed egli risponde con pugni in faccia. Gli sferro un calcio e cado. Arriva un altro carceriere che mi colpisce con un calcio sulla coscia destra. Lo insulto, mentre un altro secondino s’interpone tra noi due e sussurra qualcosa all’orecchio del collega. Fine del pestaggio.
Questa è un piccolissima dimostrazione del maltrattamento sistematico dei detenuti che avviene nelle carceri del capitale.
Con la forza intatta… noi continuiamo a resistere!!!!
Noi qui abbiamo i nostri corpi, voi fuori… LE STRADE!!!
PRIGIONIERI ANARCHICI E ANTIAUTORITARI IN SCIOPERO DELLA FAME
Camilo Pérez Tamayo
Carcere di Santiago 1, “industria repressione”
27 settembre 2010