Uno dei compagni anarchici cileni arrestato il 14 agosto ha deciso di firmarsi “el Abuelo” (il nonno) e con tale pseudonimo sta facendo uscire dei comunicati piuttosto interessanti. Attualmente el Abuelo è in sciopero della fame. A lui ed agli altri compagni cileni in sciopero della fame esprimiamo la nostra fraterna solidarietà anarchica.
Culmine
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LE FIERE VOGLIONO STRAPPARGLI IL CUORE
“… Così, di sofferenza in sofferenza,
giunse alla convinzione che la vita era una guerra,
e che in questa guerra egli era il vinto. E non avendo altre armi che l’odio, decise
di acuirlo nel presidio, e di tenerselo fino all’uscita……”
“I Miserabili”, Víctor Hugo
Nessun discorso o conversazione, nessuna descrizione dettagliata, nessun autoconvincimento di preparazione alla reclusione sono certi, l’unica cosa che può darti la forza per resistere alla prigionìa è l’esplosiva combinazione di amore, odio e coscienza rivoluzionaria, né più né meno.
Il tedio della prigione, la fosca simmetrica della sua struttura, la grigia uniformità dei carcerieri, ogni infinito dettaglio ed ogni stupida regola in questo crudele sistema di dominazione sono pensati per la sottomissione della volontà. Più brutale, forse, ma uguale alla realtà esterna. Purtroppo per i nostri nemici, questa esperienza alimenta la mia rabbia, i miei occhi continuano a fiammeggiare, la mia volontà diviene infrangibile e la frase “irriducibili nemici del potere” la vivo in carne ed ossa.
Cosi trascorrono in letargo i miei giorni, le 22 ore in una cella immonda guardando il sole tra le sbarre, senza pianti né tristezze, ma con una immensa frustrazione che mi pervade. Non sono docile, non lo sono mai stato e mi vien fuori lo scontro contro l’autorità, sentimento naturale per un anarchico che ha deciso vivere l’anarchia, che è divenuto dipendente dal baciare appassionatamente la libertà e dal giocare allegramente tra giaguari e serpenti, costruendo diversi branchi, carnali, di vita e di lotta, che a volte si fondono in uno solo.
La non sottomissione svolazza come uno stormo di corvi nella mia testa, “la guerra ha i suoi tempi” mi consiglia una voce d’oltretomba, mentre continuo ad afferrarmi ad un’angosciosa attesa, “leccano la sua mano, ma le fiere vogliono strappargli il cuore”, è scritto in un libro che divoro e che m’interpreta. La sua solidarietà mi colpisce sotto forma di ali, sbatte più e più volte contro queste mura e s’insinua incontenibile per strapparmi dei sorrisi, non aspettavo altro da voi compagni e fratelli, sicuro che vi ribolle il sangue nelle vene, con la solidarietà a fior di pelle.
Fatemi un favore, non abbandonate l’offensiva, fatemi un favore, non abbandonate i nostri progetti, fatemi un favore, fate che viva l’anarchia.
Solo distruggendo le nostre catene potremo continuare a correre per poter librarci in volo!
Solidarietà con lo sciopero della fame dei prigionieri politici mapuche!
El Abuelo
Dal M.A.S
18 settembre 2010