Dittatura o democrazia, il nemico è lo stesso: il dominio e il capitale
tratto da aiferricorti.entodaspartes.net
24 marzo – un nuovo anniversario dell’ultimo golpe militare in
Argentina, oggi trasformato in un patetico sberleffo di quella che in
passato è stata la resistenza attiva contro il regime. Il 24
marzo non è altro che un giorno festivo ed un centro di
tortura trasformato in museo. Ricordiamo i combattenti, gli anonimi
che hanno dato, dalle loro ideologie a nostro avviso fortemente
criticabili, tutto per fermare il massacro scatenato contro una parte
del popolo. Li ricordiamo non con un atto commemorativo, ne issando
le loro bandiere, che non sono le nostre, ma con l’esempio della
pratica, della resistenza e della sovversione. Oggi, la dittatura non
è altro che il gendarme del capitale, la democrazia che cerca
di mostrarne un lato più umano e garantista. Quelli che sono
al potere non esitano a ricorrere a tutti i mezzi per garantire la
loro pace sociale e mantenere sottomessi nel conformismo, nell’apatia
o nella paura la gran parte degli esclusi dal sistema. L’assedio del
paese di Corcovado, Chubut (in cui membri della squadra
antisommossa GEOP hanno desaparecido Luciano Gonzáles
ed hanno commesso diverse aberrazioni, come la violenza sessuale su
una bambina di 8 anni), la repressione ad Andalgalá,
Catamarca, contro i cittadini che lottano contro l’installazione di
una miniera, la situazione di Luciano Arruga, desaparecido da
più di un anno dopo esser stato arrestato e torturato in un
commissariato di Lomas del Mirador, i centri di sterminio legali
(carceri) in cui si ammassano persone per aver osato violare le leggi
che sommergono alcuni nella miseria, le oltre 2.000 persone
assassinate dalla assunzione di Alfonsín, il regime scolare
con le sue formazioni, il saluto alla bandiera, il sistematico
sfruttamento della terra a beneficio delle grandi multinazionali,
l’immensa quantità di bambini che muore per denutrizione o per
le tante malattie curabili, le leggi anti-terrorismo applicabili
contro chiunque non accetti passivamente tali ingiustizie, sono
alcune delle prove evidenti che tra democrazia e dittatura c’è
una continuità repressiva, che il problema è
l’autorità, il dominio dell’uomo sull’uomo, e dell’uomo sulla
natura. Mentre le Madres de Plaza de Mayo si alleano con il governo
dell’aguzzina Cristina Kirchner, ed i partiti di sinistra si
azzardano solo a fare un tiepida processione commemorativa, sempre
ripetendo la supplica del Juicio y Castigo (accettando in tal maniera
il potere giudiziario e quello politico che dicono di combattere),
noi anarchici diciamo che qualsiasi Stato è terrorista,
per questo riteniamo doverosa l’organizzazione degli esclusi per
fronteggiarlo con l’azione diretta, l’orizzontalità e la
radicale messa in discussione del controllo che ci impongono, fisico
e psichico, con il fine di creare una comunità di
individualità libere, senza poliziotti, militari, giudici,
politici e altre scorie che si nutrono del nostro sangue e del nostro
dolore.
Terrorista es el Estado.
Contra toda autoridad, por la libertad.
Anarquistas