Dalla prigione di Aachen ci è giunto un invito da parte del compagno
Gabriel Pombo Da Silva per coordinare/fare uno sciopero della fame
internazionale. L’obiettivo è di comunicare la proposta ai
compagni detenuti per vedere quanti sarebbero disponibili a
effettuarlo. Purtroppo non c’è stata l’adesione dei compagni
prigionieri cileni, ma l’invito riguarda anche la coordinazione di
molteplici azioni solidali da parte dei guerrieri che non si trovino
agli arresti. In tal maniera il minimo che possiamo fare come insorti
e solidali è di abbracciare quest’iniziativa e dare l’avvio
alla risposta che i nostri compagni sperano di ricevere. Infatti, non
dobbiamo dimenticare che in questa lotta il carcere è una
conseguenza quasi diretta (l’esperienza di compagni che si son dati
alla fuga insorgente rafforza tale affermazione) e quelli che cadono
tra le grinfie della bestia non devono esser dimenticati né
silenziati, per questo cercano di rafforzare la comunicazione e la
solidarietà complementare che si deve realizzare tra quelli si
trovano dentro e fuori le prigioni.
Da questo luogo del mondo denominato Cile, noi diciamo ai compagni che
aderiscono allo sciopero che la loro azione non sarà isolata,
né tanto meno passerà sotto silenzio. Il nostro impegno
è nella solidarietà, quella parola che non ha senso se
non viene portata alla pratica concreta, perché si dota di una
qualità rivoluzionaria solo quando siamo capaci di
materializzarla in un’azione che va ben oltre la spettacolarità
che può avere. E’ sempre un saluto ai compagni i cui corpi si
trovano sequestrati tra le mura di una prigione, così come è
un eterno saluto ai nostri compagni dei quali sentiamo tanto la
mancanza e che per situazioni diverse non sono più con noi,
come Mauricio Morales, fratello scomparso il 22 maggio in un’azione
diretta contro la scuola della polizia penitenziaria, la compagna
Zoe, scomparsa il 1 maggio mentre preparava un ordigno in Francia e
il nostro compagni Diego Ríos, che fino ad oggi si burla di
tutti gli organi repressivi dando vita alla propaganda per il fatto
per mezzo della sua vita, intraprendendo la sua fuga insorgente dal
24 giugno.
Approfittiamo di questa proposta per far sentire a tutti i nostri compagni, sia
prigionieri che scomparsi e perseguitati, che nessuno sarà né
dimenticato né solo. La guerra è già iniziata e
dobbiamo stare attenti, che non ci sorprendano sprovveduti. Affiliamo
le nostre armi che sono nostre condizioni e proiezioni per dimostrare
che non solo siamo sgangherati, ma che siamo guerrieri alla ricerca
di qualcosa in più della “attenzione”, cerchiamo di
vedere distrutta qualsiasi relazione di potere.
Per questo e molto altro, inviamo un appello a tutti quelli che sono
interessati a quest’iniziativa a partecipare al corteo da effettuare
il 23 dicembre alle 19, in Alameda angolo Ejército (pieno
centro di Santiago) ed a un presidio che si terrà davanti al C.O.F.(carcere femminile) martedì 29 dicembre alle 12. Invitiamo anche a non fermarci qui, invitiamo i gruppi d’affinità e le individualità
insorte ad agire come detta la loro volontà, in quanto i
limiti per l’azione sono determinati solo dalla nostra fantasia.
Per la distruzione della società carceraria e di qualsiasi tipo di
società con logiche di potere. Che la solidarietà sia
efficace, reale, riproducibile, contagiosa e duratura come la peste nera.
Ci vediamo nella strade che serviranno per l’insurrezione.