Alessio, dal carcere di Torino – INNANZITUTTO RIVOLTA

Ciao, innanzitutto voglio esprimere la mia solidarietà a tutti gli arrestati per la resistenza della scorsa estate in Val di Susa. Soprattutto a Maurizio, Juan e Gabri. A loro tutta la mia stima ed il mio affetto. Allo stesso tempo mando un abbraccio ribelle e furioso a tutti i compagni e compagne che continuano a battersi con coraggio e determinazione, tra le mura di un carcere così come tra i vicoli delle città. Il potere utilizza repressione e carcere per fiaccare gli animi che bruciano di passione per la libertà.
Ma è un fuoco questo che, una volta avvampate le viscere , una volta bruciato il sangue non ti lascia più. Ho sempre amato l’idea anarchica e il metodo dell’azione diretta perché ti accompagnano da quando apri gli occhi alla mattina dopo, quando ti risvegli. Ho conosciuto sulla mia pelle l’arroganza delle guardie e la crudeltà dei pestaggi, ho visto con i miei occhi i ricchi sfoggiare il loro potere e gli sfruttati farsi in quattro per sfamarsi.
E di fronte a tutto ciò non ho aspettato. Di fronte a tutto ciò non c’è nulla da aspettare. Organizzarsi, quindi, trovare complici e affini, e se anche non sono nei paraggi, colpire lo stesso.
Questo sistema economico, nonostante la sua tecnologia opprimente, nonostante le sue truppe ben armate, offre molti angoli d’attacco.
Utilizzarli al meglio, al chiaro di luna così come alla luce del sole, restituire un po’ del veleno che quotidianamente ci strangola.
Non ci saranno mai tempi migliori del qui ed ora.
Non ci saranno mai le condizioni perfette che garantiscono il successo.
Tutto dipenderà dalla forza delle nostre braccia, dalla capacità che avremo di osservare, dalla perizia con cui utilizzeremo i mezzi che scegliamo e infine dal coraggio con cui ci batteremo.


La solidarietà è un’arma, diciamo fino alla nausea.
Pratichiamo le nostre idee.
Attacchiamo.

Alessio, un nomade anarchico tra i compagni.

Per scrivergli:
Alessio Del Sordo
c.c. via Pianezza 300 – 10151 Torino

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